Perchè Sanremo è Sanremo

Illuminante questo pezzo di Andrea Scanzi. Illuminanti le parole di Enzo Mazza. Tolgono il coperchio ad un vaso di Pandora che è sotto gli occhi di tutti. Le riporto, ma poi proverò (solo in parte) a “smontarle”. Perchè Sanremo è Sanremo.

Il festival di Sanremo tra 5 anni sparirà […] Sanremo è ormai un prodotto puramente televisivo, seguito da un pubblico in età avanzata. Scomparirà come prodotto quando scomparirà questo tipo di televisione, già sulla via del declino. Non sono io a dirlo, lo dicono tutti. Nella tv c’è un’emorragia di pubblico, come è avvenuto nell’industria discografica. In futuro non ci saranno più pochi artisti con grandi numeri, ma tanti artisti con piccoli numeri. Stanno nascendo alternative, legate alle reti digitali, per far conoscere gli artisti. Per una casa discografica è più conveniente lanciare un nome tramite internet o sul telefonino, che portandolo a Sanremo

Continua ancora Mazza:

Nessuno compra più un disco per averlo ascoltato all’Ariston. Ogni giorno i videoclip visionati su internet sono superiori a quelli trasmessi in tv. In ogni settore dell’informazione ci si interroga sul fenomeno della “disintermediazione”, ad esempio l’esplosione del fenomeno dei bloggers. Sanremo neanche si è accorta della rivoluzione. Il mondo va da una parte, Sanremo dall’altra. Anche la filosofia della gestione Baudo non è quella di valorizzare i giovani, ma di conservare il conservabile. Così Sanremo si è garantito una morte imminente: o cambia drasticamente o è finita

Io voto per il “cambia drasticamente”. Perchè se è vero che è innegabile il fatto che il concept tradizionale del Festival sia ormai alla frutta, al tempo stesso “Sanremo” è un bene di tutti, è innanzitutto un brand, è qualcosa di irripetibile. I brand non si creano dall’oggi al domani. Buttare giù il Colosseo per ricostruirlo, non ne rinnoverebbe il mito: lo distruggerebbe.

Sanremo, come suggerisce l’articolo, ignora le novità. Ignora la caduta degli status quo, ignora il declino della tv, ignora il web, ignora i blog, ignora gli iPod. Sanremo è semplicemente arroccato su strumenti che non lo reggono più. Però Sanremo è Sanremo. Se negli States fior di trasmissioni tv celebrano ogni anno con finti premi e finte competizioni quei finti cantanti che fanno anche finta di ballare, perchè noi italiani dobbiamo nuovamente ergerci a Tafazzi della situazione ed uccidere una tradizione solo perchè “tradizione”?

L’ammissione di colpa arriva dalla stessa RAI, il che è di per sé già un minimo minimo passo avanti. Da leggere, sono concetti importanti (link):

Il Festival di quest’anno, purtroppo, sarà ricordato anche per le polemiche legate al calo di ascolti televisivi rispetto agli anni precendenti. Tuttavia non esiste solo la televisione per seguire la manifestazione canora: grazie all’affermarsi delle nuove tecnologie c’è un pubblico del Festival anche su Internet.

I due tipi di pubblico non si sovrappongono, ma si sommano. Gli utenti del Web spesso hanno gusti e tendenze diversi da quello televisivo, appartengono a fasce di età più giovani, hanno tempi di fruizione della musica del tutto nuovi rispetto al passato.

La riflessione sulla formula del futuro per il Festival dovrebbe anche tener conto del pubblico della Rete. Bisognerebbe analizzare, ad esempio, quanti sono gli utenti internet che vedono i video dalla Rete in modalità on demand (cioè quando e quante volte vogliono, ma soprattutto da dove vogliono); quanti partecipano ai blog tematici e ai forum di discussione; quante sono le visite ai siti dei cantanti in gara; quanti sms o mms si mandano con parole e musiche delle canzoni presentate sul palco dell’Ariston.

La Rete è ormai considerata fonte d’ispirazione per gli artisti e un luogo ideale per coltivare il rapporto con i fans. Ed è stata utilizzata dai protagonisti del Festival addirittura per trovare idee sul look. Leona Lewis, ad esempio, ha scelto l’abbigliamento per la sua partecipazione alla serata di venerdì seguendo le serate precedenti del Festival su Youtube.

E’ stato preso d’assalto lo spazio internet dei Sonohra, vincitori della sezione Giovani (www.myspace.com/sonohraitaly): oltre 60mila contatti nei giorni della rassegna canora, registrando un picco subito dopo il successo nella finale. Anche i cellulari dei due giovani musicisti sono roventi: almeno 200 sms al giorno.

Forse forse si è toccato il fondo: o si inizia a scavare o ci si rilancia verso l’alto. Bisogna scegliere. Sanremo è da sempre una sfida coraggiosa, bisogna soltanto tornare a credere che può significare qualcosa e bisogna cambiare altrettanto coraggiosamente direzione. Le idee potrebbero essere mille volte mille, basta non precludere tutto ad un format ingessato ed anacronistico. Basterebbe dare adito alla fantasia italiana, basterebbe guardare avanti invece che salvare il salvabile anno dopo anno.

E’ controcorrente pensare che per una volta gli italiani sono anche capaci di colpi di reni sorprendenti? E’ illusorio pensare che Sanremo possa essere un concept più intelligente degli MTV Award se solo si provasse a cavalcare l’onda invece che aspettare inesorabilmente di esserne travolti?

Io ci voglio credere. Perchè Sanremo è Sanremo.

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