Microsoft, la Corte Suprema respinge l'appello

Microsoft vede respinto dalla Corte Suprema il proprio appello contro la denuncia Novell. Il gruppo rivale avrebbe attaccato la politica di ostruzione Microsoft nei confronti di un software come WordPerfect, azione mirata a conservare il monopolio Windows
Microsoft vede respinto dalla Corte Suprema il proprio appello contro la denuncia Novell. Il gruppo rivale avrebbe attaccato la politica di ostruzione Microsoft nei confronti di un software come WordPerfect, azione mirata a conservare il monopolio Windows

La Corte Suprema ha deciso di respingere l’appello presentato da Microsoft contro le accuse portate avanti da Novell in tema antitrust. A seguito di tale decisione le indagini saranno portate avanti al fine di far chiarezza sulle ipotetiche pratiche anticoncorrenziali adoperate da Microsoft per difendere la propria posizione dalla pressione operata dal gruppo denunciante (oggi peraltro in partnership proprio con il gruppo di Redmond).

Secondo l’accusa, Microsoft avrebbe deliberatamente «mirato e distrutto» il mercato di WordPerfect e QuattroPro al fine di spingere tali prodotti software fuori dal mercato. Novell ha richiesto a tal fine l’intervento delle autorità antitrust per portare a giudizio una situazione che, soprattutto in casa Microsoft, ha già trovato vari ostacoli legislativi negli ultimi mesi. Per Novell l’opportunità è quella di ottenere un risarcimento che Associated Press indica in tre volte tanto l’ammontare del danno procurato (entità, però, che dovrà essere una Corte a stabilire).

Secondo Novell un software come WordPerfect potrebbe girare anche su sistemi operativi rivali a Microsoft, rendendo così meno rocciosa la posizione di Windows sul mercato: il monopolio sarebbe pericolosamente messo in discussione (la conferma giungerebbe da alcune mail firmate dai responsabili del gruppo, una delle quali dello stesso Bill Gates). Di qui l’ostruzionismo di Redmond. Microsoft si è opposta alla denuncia Novell per un motivo formale: la concorrenza nel settore non è esplicita, la tesi accusatoria non può dunque sussistere a livello di definizione. Il quarto circuito della Corte d’Appello, però, ha dato ragione all’accusa: la tesi regge e la denuncia è destinata ad essere portata avanti.

Piccato il commento Microsoft: se queste sono le nuove basi scaturenti dall’interpretazione delle leggi antitrust, la casistica che tali commissioni prenderanno in esame in futuro sarà molto più estesa. Microsoft, infatti, ritiene la lettura offerta dalla Corte Suprema eccessivamente restrittiva e prevede in futuro un maggior numero di cause antitrust basate su tale tipo di indicazione offerta dalla massima Corte dell’apparato giurisprudenziale USA.

In una giornata particolarmente fredda a Wall Street le azioni Microsoft non sembrano risentire troppo della decisione della Corte, però: il mercato paga pesantemente dazio per le ultime novità provenienti dal mondo delle banche e dal contesto recessionario emerso in questi giorni, ma il titolo MSFT è uno dei pochi a tornare in attivo a pochi minuti dall’apertura denotando un certo ottimismo basato su altre indicazioni di breve periodo di maggior peso (tra cui l’accordo per l’approvvigionamento della pubblicità sulle “Yellow Pages” di AT&T).

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