Sun, raggi laser per comunicare tra chip

Sun Microsystems ha siglato un accordo con il Pentagono per ricevere una sovvenzione di 44,3 milioni di dollari da utilizzare per studiare il possibile utilizzo del raggio laser nella comunicazione dei dati all'interno dei microprocessori
Sun Microsystems ha siglato un accordo con il Pentagono per ricevere una sovvenzione di 44,3 milioni di dollari da utilizzare per studiare il possibile utilizzo del raggio laser nella comunicazione dei dati all'interno dei microprocessori

Sun Microsystems ha annunciato un accordo con la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) tramite il quale riceverà nel corso di cinque anni e mezzo fondi pari a 44,29 milioni di dollari al fine di finanziare la ricerca sulla interconnettività ottica tra chip all’interno dei sistemi dedicati ai supercomputer. La tecnologia sotto esame, branca della fotonica in silicio, intende utilizzare un raggio laser per la trasmissione dei dati all’interno dei sistemi informatici rendendo tali unità più veloci, più efficienti e dalle dimensioni più contenute.

Il progetto finanziato dal DARPA permetterà di sviluppare sistemi al cui interno un array di chip presenta interconnessi non più tramite fili ma tramite un raggio laser, offrendo così una banda di trasmissione dati senza precedenza, latenze molto base e consumi estremamente contenuti. «Le comunicazioni ottiche potrebbero essere una tecnologia in grado di cambiare realmente le cose – un modo elegante per incrementare in maniera sostanziale le performance e cambiare completamente la produzione in larga scala», ha dichiarato Greg Papadopoulos, chief technology officer e executive vice president della ricerca e sviluppo a Sun. «Le mie congratulazioni ai laboratori Sun e ai team Microelectronics per la loro creatività costruttiva e per condurre l’innovazione all’interno del mercato dei semiconduttori».

Il programma di Sun cerca quindi di combinare il segnale ottico con la Proximity Communication al fine di costruire array di chip a basso costo all’interno di un singolo “macrochip” virtuale. Si tratta in pratica di un insieme di chip economici interconnessi tra loro tramite un raggio laser e che agiscono come fossero un unico enorme chip. Il risultato è un supercomputer virtuale.

Si tratta comunque di un progetto dall’esito incerto: i tecnici Sun si aspettano una possibilità di fallimento vicina al 50% ma, in caso di esito positivo, l’incremento di prestazioni ottenuto andrà oltre ogni aspettativa, sconvolgendo le predizioni legate alla famosa legge di Moore.

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