L'Associated Press vuole meno citazioni sui blog

L'agenzia di stampa AP ha confermato l'intenzione di modificare le politiche che consentono a siti e blog di riportare ampi stralci dei suoi articoli. Trovare la giusta misura non sarà però semplice e la soluzione potrebbe rivelarsi controproducente
L'agenzia di stampa AP ha confermato l'intenzione di modificare le politiche che consentono a siti e blog di riportare ampi stralci dei suoi articoli. Trovare la giusta misura non sarà però semplice e la soluzione potrebbe rivelarsi controproducente

Per comunicare il loro pensiero in Rete, ogni giorno decine di migliaia di blogger prendono spunto dalle notizie lette sulle agenzie di stampa, traendo idee e riflessioni su cui imbastire le loro discussioni. Tale processo comporta, generalmente, la citazione della fonte da cui si è appresa la notizia e – in numerosi casi – l’inserimento di parte dei dispacci di agenzia e degli articoli, materiale prezioso su cui poter costruire le proprie argomentazioni. L’utilizzo dei testi prodotti dalle grandi agenzie di stampa internazionali genera spesso numerosi fraintendimenti, legati alla paternità degli articoli e alla possibile violazione del diritto d’autore.

L’Associated Press (AP), una delle più grandi agenzie di stampa del Pianeta, sembra ora essere determinata a fare chiarezza sulle modalità di utilizzo degli articoli prodotti dai suoi corrispondenti e reporter. Stando alle informazioni raccolte dal New York Times, infatti, la AP starebbe vagliando una serie di linee guida in grado di stabilire con precisione quante righe di un suo articolo possano essere liberamente citate da un blogger, o da una piccola testata online, senza incorrere nella violazione di alcun copyright. Al momento, infatti, la maggior parte della blogosfera – specialmente negli Stati Uniti – basa l’utilizzo delle fonti giornalistiche sulle regole del “fair use”, che consentono l’utilizzo di piccole parti di opere coperte da copyright a patto di rispettare alcuni prerequisiti.

Negli ultimi tempi, il “fair use” è dunque divenuto una parte fondamentale per la vita online di milioni di blogger, che spesso citano alcune righe di un articolo per poi elaborare riflessioni e discussioni con i loro lettori. Gli articoli della AP, per esempio, sono facilmente reperibili online attraverso gli aggregatori più famosi come il servizio Google News o nei siti degli stessi quotidiani online che, pagando una quota mensile all’agenzia di stampa, hanno la possibilità di riportare anche integralmente un dispaccio di agenzia.

Talvolta, però, alcuni siti Web non abbonati ai servizi informativi della AP approfittano del mare magnum della Rete abusando del “fair use”. Alcuni giorni fa è accaduto al sito Drudge Retort, una parodia del più noto Drudge Report, cui AP ha prontamente richiesto l’eliminazione di sette articoli contenenti ampi stralci ricopiati dai testi della Associated Press. In seguito all’episodio accaduto con Drudge Retort, l’agenzia di stampa internazionale ha confermato l’intenzione di modificare sensibilmente le sue politiche in merito al “fair use” dei testi prodotti dai suoi giornalisti.

Determinata a perseguire politiche più rigide, ma non lesive nei confronti della blogosfera, la Associated Press ha deciso di elaborare un piano coordinato per definire criteri e modalità per la citazione dei suoi articoli. L’obiettivo finale della AP sarebbe legato alla possibilità di perseguire coloro che si limitano a copiare pedissequamente gli articoli dei loro reporter e a consentire, invece, ai blogger “fair” di continuare a citare i testi come semplice riferimento o fonte. Trovare la giusta misura tra queste due istanze non sarà comunque particolarmente semplice, ma la Associate Press sembra essere determinata a trovare una valida soluzione, in grado di tutelare la propria immagine e le discussioni del Web 2.0.

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