Le promesse del marketing territoriale

Se mi chiedessero di scommettere, così su due piedi, su una strategia di marketing vincente negli anni a venire, avrei pochi dubbi: marketing territoriale.

Dato che una strategia di marketing su vasta scala parte quasi sempre da un’analisi capillare dei fenomeni locali, avvalendosi del contributo della psicologia sociale come scienza al servizio dell’uomo e del territorio, vedrei predominante a lungo termine quest’ultima sulle altre tipologie di marketing.

I parametri statistici sono solo una parte dei fattori meritevoli di considerazione in una politica di marketing del territorio. La maggior parte di essi abbraccia piuttosto un campo più squisitamente sociale e antropologico senza necessariamente “fare numero”, garantendo più che altro una differenziazione di qualità.

La nuova tecnologia e l’avvento di Internet hanno gettato le basi della comunicazione globale e hanno contribuito, seppure in maniera segmentata, alla nascita di un approccio diverso agli usi, ai costumi, alle risorse ambientali e industriali di un dato distretto territoriale. Tutto questo, insieme ad una sana politica di sviluppo, non può che valorizzare il territorio, inserendolo in un progetto di crescita economica più vasto e articolato.

Le micro e macro aree di interesse che potrebbero trovare giovamento da una politica di tale natura, sono molteplici: ambiente, turismo, gastronomia, microsistemi aziendali, cooperative sociali, trasporti, servizi, giusto per citarne alcuni, con una ripercussione positiva, sia in termini quantitativi che qualitativi, sulla crescita del mercato del lavoro.

Mi chiedo, però, se il nostro paese saprà essere al passo con le politiche internazionali già intraprese da tempo, in tal senso, da altre nazioni.

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