Tiscali torna a volare

Telecom Italia ha venduto il proprio distaccamento francese per 800 milioni di euro, cifra che ora secondo alcuni potrebbe essere investita per l'acquisizione di Tiscali. Il titolo della compagnia sarda prende il volo sulle ali della speculazione
Telecom Italia ha venduto il proprio distaccamento francese per 800 milioni di euro, cifra che ora secondo alcuni potrebbe essere investita per l'acquisizione di Tiscali. Il titolo della compagnia sarda prende il volo sulle ali della speculazione

A Piazza Affari è questa la giornata di Tiscali. Non è peraltro la prima volta, con il titolo il preda alle speculazioni ormai da tempo. Oggi, però, c’è nell’aria un vento diverso che arriva dalla Francia e che porta il profumo di Telecom Italia. L’apertura di Tiscali è a +10%, per poi rallentare pur sulla scia di una consistente mole di scambi tale da vedere il passaggio di mano di oltre 12 milioni di azioni, il 2% circa del capitale.

Le speculazioni non partono senza un motivo: nella giornata di ieri, infatti, Telecom Italia ha ceduto la divisione francese Alice France per un controvalore di 800 milioni di euro (il che porterà ad una riduzione del debito di circa 750 milioni) alla Iliad. La notizia è positiva per Tiscali su due fronti. Da una parte il tutto conferma che una transazione è possibile, smuovendo un mercato apparentemente bloccato dall’assenza di compratori. Inoltre torna in auge il nome Telecom Italia, che dalla cessione della divisione transalpina potrebbe aver trovato nuova linfa da girare potenzialmente in un investimento alternativo.

La storia d’amore tra Telecom e Tiscali non ha altri tasselli e il tutto è vissuto all’insegna della semplice potenzialità. Ma dopo mesi di vuote affabulazioni, ora c’è del capitale vero che si muove e la borsa quindi ci crede. Il titolo vola e attende conferme. Le parti in causa tacciono.

Va ricordato, come puntualmente rilevato dall’ADUC, come Telecom Italia abbia sulle spalle un indebitamento lordo da 43 miliardi di euro (37.1 netti al 30 giugno 2008), il che rende gli introiti transalpini poco più che quisquiglie nell’ottica di una auspicabile riduzione del debito accumulato.

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