Google Suggest uccide la Long Tail?

In un recente post sul suo blog, Davide Pozzi ha fatto un’interessante considerazione sulla recente feature introdotta da Google: Suggest.

Andando su google.com noteremo che mentre scriviamo le chiavi di ricerca, sotto al campo di ricerca compaiono in tempo reale dei suggerimenti di autocompletamento di quanto stiamo scrivendo.

Come giustamente dice Davide, i primi pregi che vengono in mente sono l’aiuto a formare le domande in modo da trovare tanti risultati, correzione otrografica e risparmio di battute.

Tuttavia Google Suggest di fatto “uccide” la long tail, dato che sarà estremamente probabile che la maggioranza degli utenti cliccherà sui primi risultati, omologando e uniformando l’esperienza di navigazione internet e rendendo molto più difficili da “scovare” blog e siti minori, con contenuti magari molto interessanti.

L’economia della long tail ci ha insegnato in questi anni che un blog con i suoi contenuti di qualità e la sua audience, per quanto ridotta, può superare in termini di accessi e posizionamento su Google colossi dell’informazione, come Forbes e Wall Street Journal.

Rilevo inoltre che è Google a dirci che i risultati suggeriti sono quelli più cliccati e pertinenti, in realtà potrebbe essere Google stessa a “pilotare” la classifica dei suggerimenti per spingere certi siti piuttosto che altri (e la relativa raccolta pubblicitaria).

Insomma, a ben guardare Google Suggest porta più possibili effetti negativi che positivi benefici, il che mi porta a condividere il pensiero di Davide: speriamo resti una feature sperimentale.

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