Al via il nuovo polo tecnologico della UE

Dopo alcuni mesi di gestazione, l'European Institute of Innovation Technology ha iniziato formalmente le proprie attività nella sua nuova sede di Budapest. Con lo IET, l'Unione Europea intende recuperare il ritardo nella ricerca nei confronti degli USA
Dopo alcuni mesi di gestazione, l'European Institute of Innovation Technology ha iniziato formalmente le proprie attività nella sua nuova sede di Budapest. Con lo IET, l'Unione Europea intende recuperare il ritardo nella ricerca nei confronti degli USA

A poco più di quattro mesi dalla sua istituzione, ha da poco aperto i battenti la nuova sede dell’European Institute of Innovation Technology (IET) a Budapest (Ungheria). Le attività del nuovo istituto si sono aperte con la prima riunione formale del Comitato direttivo, che avrà il compito di coordinare e organizzare l’attività di ricerca e sviluppo all’interno dello IET. Durante l’inaugurazione del nuovo centro collocato nella capitale ungherese è intervenuto anche il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barros per sottolineare l’interesse della UE nelle potenzialità che il centro di ricerca potrà esprimere nel corso dei prossimi anni.

«Sono molto lieto che l’IET inizi oggi formalmente il suo lavoro. Attraendo e trattenendo i migliori e più capaci studenti, ricercatori e personale di tutta Europa e del mondo intero, l’IET darà un importante valore aggiunto alla ricerca e all’innovazione dell’UE. Diverrà un vivaio di nuove idee e contribuirà a realizzare le idee innovative. Si tratta di una pietra miliare nel percorso verso la quinta libertà: la libera circolazione della conoscenza. Il coinvolgimento delle imprese è essenziale, poiché, per fare un esempio, la mancanza di Ricerca e sviluppo finanziati dalle imprese spiega quasi l’85% del ritardo dell’UE rispetto agli Stati Uniti. Con il passare del tempo, IET contribuirà a rafforzare la ricerca e lo sviluppo in Europa, eliminando le carenze in materia di finanziamento per le imprese e avvicinando la percentuale di PIL destinata alla Ricerca e sviluppo all’obiettivo del 3% che gli stessi Stati membri si sono fissati» ha dichiarato Barroso nel corso della cerimonia.

L’Unione Europea sembra puntare molto sul nuovo centro di ricerca, concepito per trovare nuove soluzioni tecnologiche per i grandi temi del nostro tempo come il surriscaldamento globale, lo sviluppo di nuove fonti energetiche alternative e naturalmente l’implementazione degli attuali sistemi dell’informazione e della comunicazione. L’attivtà della nuova istituzione sarà guidata dal Comitato direttivo, un team composto da 18 esperti indipendenti che avranno il compito di identificare i progetti da sviluppare all’interno dello IET.

Per le sue attività di ricerca, il centro potrà fare affidamento su un primo finanziamento di circa 300 milioni di Euro e sulle conoscenze e le capacità degli atenei, dell’industria e dei ricercatori europei [pdf]. L’obiettivo, chiaramente espresso da Barroso, è quello di recuperare il terreno perso nei confronti degli Stati Uniti, il cui sistema finanziario è molto più incline a reinvestire ingenti risorse per la ricerca di nuove soluzioni, specialmente in campo tecnologico. Recuperare il divario non sarà comunque semplice, ma i poli di eccellenza in alcuni comparti – come l’IT – in Europa non mancano e potrebbero fornire il giusto supporto per lo sviluppo di nuove applicazioni per le reti e l’information technology.

Nonostante l’avvio dei lavori da poco proclamato a Budapest, i tempi per raggiungere la piena operatività saranno ancora lunghi. Stando alle prime stime della stessa Commissione Europea, lo IET potrebbe entrare a pieno regime tra più di un anno, nel corso dei primi mesi del 2010.

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