Facebook, scacco a Power.com

Facebook ha deciso di passare alle maniere forti con Power.com, il sito che sognava di imporsi come aggregatore per tutti i maggiori social network al mondo. Facebook ha infatti imposto il proprio Facebook Connect, ma Power.com ha risposto picche
Facebook ha deciso di passare alle maniere forti con Power.com, il sito che sognava di imporsi come aggregatore per tutti i maggiori social network al mondo. Facebook ha infatti imposto il proprio Facebook Connect, ma Power.com ha risposto picche

Scacco. La strategia di Power.com, il sito che sognava di aggregare tutti i principali social network esistenti facilitando la vita degli utenti, si trova già all’angolo dopo poche mosse. Se si tratta di scacco matto, lo dirà un giudice.

Facebook ha presentato denuncia formale contro Power.com imponendo senza tolleranza alcuna i propri dettami al servizio. L’accusa è quella di aver raccolto e detenuto dati relativi agli account degli utenti, nonché di aver utilizzato materiale protetto da copyright. La forma, di per sé, è però meno importante rispetto alla sostanza, la quale si manifesta con grande trasparenza nel momento in cui i legali di Facebook porgono le proprie richieste: il social network chiede semplicemente che Power.com utilizzi la tecnologia Facebook Connect invece di un sistema proprio di raccolta password (“Social InterConnect”). Da una parte si usa il bastone, dunque, e dall’altra si porge la carota. La denuncia, però, ha momentaneamente congelato i rapporti tra le parti e Power.com ha inizialmente reagito defilandosi: gli utenti del servizio non potranno più, almeno fino alla risoluzione del contenzioso, fruire del proprio profilo Facebook tramite le pagine Power.com.

Servizi come Facebook Connect nascono con questo scopo preciso: offrire ai servizi esterni l’accesso alle informazioni del network tenendo sotto controllo l’uso delle informazioni stesse e gli estremi di login. Nel momento in cui un sistema esterno tenta di forzare questa barricata (tramite il già citato “Social InterConnect”) scatta la logica ritorsione a protezione del castello che ogni singolo social network tenta di costruire attorno al proprio nome ed alla propria community.

Power.com aveva saputo far parlare di sé fin dalla prima ora. Il progetto è infatti interessante: nel momento in cui la frammentazione diviene il primario problema nel mondo dei social network, avere una soluzione unificante che permette di aggiornare con una mossa sola più profili significa poter gestire più identità senza dover scendere a compromessi. I compromessi, però, dovrà ora gestirli direttamente Power.com, il quale dovrà fare i conti innanzitutto con Facebook (e chissà che altri uffici legali non bussino alla porta del gruppo più avanti nel tempo).

Il documento pdf relativo alla denuncia è disponibile online. L’atto è stato depositato presso la Corte Distrettuale di San Jose, California, dopo che tra le parti vi erano stati fitti dialoghi relativi alla possibilità di passare a Facebook Connect da parte del servizio: Power.com non ha sveltito la procedura, l’ha quindi negata, ha infine preferito chiudere ogni rapporto nel momento in cui l’iniziativa legale è divenuta cosa ufficiale.

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