Fusion-io: il ritorno di Steve Wozniak

Steve Wozniak torna in sella. Sebbene i contatti con Apple siano congelati e un suo ritorno rimanga al momento solo nell'alveo delle ipotesi, un incarico presso la Fusion-io è invece immediata realtà. Wozniak progetterà storage ad alta velocità per server
Steve Wozniak torna in sella. Sebbene i contatti con Apple siano congelati e un suo ritorno rimanga al momento solo nell'alveo delle ipotesi, un incarico presso la Fusion-io è invece immediata realtà. Wozniak progetterà storage ad alta velocità per server

La vita di Steve Wozniak scorre tranquilla. Vive sostanzialmente sugli allori, ogni tanto ha messo in ballo il proprio capitale per musei e piccole start-up, commenta da lontano le manovre di Cupertino, ma fino ad oggi è rimasto sostanzialmente fuori dalle dinamiche del mercato dell’IT. Ora Wozniak sembra voler tornare in campo con un nuovo progetto, qualcosa che non esita a definire come un «game-changing». E cambiare le regole del gioco è forse quel che ha stimolato “The Woz” al punto da suggerirgli di accettare l’incarico.

«Mi piacciono queste persone e questo prodotto»: con queste parole Wozniak accetta il proprio incarico come membro del board Fusion-io, azienda avente tre anni d’età, sede a Salt Lake City e vari riconoscimenti già in bacheca. Il New York Times spiega così il ruolo di Wozniak nel gruppo: «Nei primi giorni di Apple, Mr. Wozniak si è messo in mostra come uno degli ingegneri più creativi della Silicon Valley. Ha dimostrato capacità ed l’eleganza nel computer design facendo buon uso dei componenti e combinando più features in pacchetti coesi. Alla Fusion-io Mr Wozniak sarà chiamato ad un lavoro similare, sebbene stavolta con ampi server e sistemi di storage invece dei Pc».

La Fusion-io, infatti, lavora su un nuovo modulo che parte dalla combinazione di più memorie flash ad alta velocità (della tipologia classica di iPod e machcine fotografiche digitali). Inglobando più elementi in piccoli agglomerati, ne scaturisce una piccola unità di storage a cui un server potrebbe accedere ad altissima velocità per riconsegnare dati con tempistiche totalmente differenti rispetto a quelle tradizionali. Il tutto, peraltro, a costi estremamente contenuti: il raffronto con le normali DRAM riconsegna un rapporto capacità/prezzo 10 volte più vantaggioso.

Ad oggi la Fusion-io conta 300 clienti ed il NY Times si spinge a suggerire anche a gruppi come Google la possibilità di sperimentarne le qualità. Dell, Hewlett Packard ed IBM, per contro, hanno già investito nella start-up contando di poter trarre giovamento da una iniezione iniziale che possa lanciare il gruppo verso le alte sfere del comparto. Il ruolo di Wozniak è in tal senso centrale, perchè è sulle sue capacità nel design che il gruppo conta per sviluppare hardware efficiente per gli scopi preposti.

Impossibile, però, non parlare di Apple e le domande dell’intervista slittano su Jobs e sul futuro dell’azienda. Se all’ex compagno d’avventura Wozniak esprime totale solidarietà e vicinanza, relativamente al gruppo di Cupertino Wozniak non nega la possibilità di poter tornare un giorno a sedere nel board. Wozniak, però, tiene un profilo sostanzialmente basso in merito e preferisce piuttosto spiegare che tale ipotesi non ha mai avuto seguito e che le realtà piccole e snelle meglio si adattano alle sue attuali aspirazioni.

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