Il valore dell'istantaneità

14.39
Un formicolìo ai piedi, il monitor che sussulta, l’abatjour che trema. La scrivania dà uno scossone improvviso e si avverte un rapido smarrimento. Poi tutto si ferma: succede tutto in un attimo.

14.45
Dopo pochi minuti a guardarsi attorno per verificare che tutto sia nella norma, dopo aver pensato a cosa fare se eventualmente fosse successo ancora, si va su Facebook per scrivere di quanto avvertito. E si nota che già alcuni amici hanno messo su la loro sensazione: è stato un terremoto?

14.50
Una breve ricerca, un giro di click, e già gli strumenti portano nelle case il resoconto: 3.9 sulla scala Richter, a 11.4 km di distanza, a 40.2 km di profondità. Il link parte via Facebook, via Twitter, via SMS, via siti locali. Tutti vengono a sapere istantaneamente, o almeno tutti coloro i quali hanno un qualche strumento a portata di mano per rimanere “always on”.

Nel giro di 11 minuti circa sul pc già è disponibile una informazione completa ed esaustiva.

È stato soltanto un piccolo sussulto, nulla di pericoloso, una scossa come tante altre e completamente nella norma per una zona a bassissimo grado di pericolosità. Ma quegli 11 minuti tra la scossa e l’informazione diffusa hanno una importanza fondamentale: l’istantaneità dell’informazione, grazie alla Rete, sta assumendo contorni strategici, ed il possesso di strumenti adeguati (e conoscenze correlate) permette di sapere meglio e prima di altri informazioni che potrebbero essere cruciali in talune situazioni.

La rete è tutto questo: perché questa è la sua dimensione quotidiana, perché questo è il suo riscontro fattivo sulla realtà. La velocità che determina può in certi casi essere la discriminante tra un fallimento ed un successo: una piccola scossa di terremoto non è un esempio calzante, ma quel che ne consegue nei minuti successivi è la semplice stratificazione di una lapalissiana verità.

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