La Francia ci riprova: l'HADOPI va in Senato

296 voti a favore, 233 voti contrari: così in Francia l'HADOPI torna in auge riproponendo la tesi dei "tre colpi e via" con cui si intende procedere alla disconnessione degli utenti scoperti a scambiare file protetti da copyright in Rete. Si va in senato
296 voti a favore, 233 voti contrari: così in Francia l'HADOPI torna in auge riproponendo la tesi dei "tre colpi e via" con cui si intende procedere alla disconnessione degli utenti scoperti a scambiare file protetti da copyright in Rete. Si va in senato

296 voti favorevoli, 233 voti contrari: l’HADOPI è di nuovo potenzialmente parte integrante dell’ordine francese contro la pirateria. La legge che introduceva i tre passaggi che portano alla disconnessione degli utenti rientra dunque dalla porta principale, in attesa che il Senato ponga il proprio sigillo su di un dispositivo destinato non solo a far discutere, ma probabilmente anche a figliare provvedimenti similari a livello comunitario. Non è un caso, dunque, se l’attenzione nei prossimi giorni su quanto succede in Francia sarà ai massimi livelli.

L’avventura dell’HADOPI parte con una sonora ed inattesa sconfitta: Sarkozy non è riuscito a compattare le fila in Senato attorno alla legge e così alla prima tornata la proposta è stata bocciata con 15 voti a favore e 21 contro. Per HADOPI si intende la “Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des Droits sur Internet“, ovvero l’ente destinato ad interporsi tra provider di contenuti e provider di connessione per valutare quali utenti utilizzino la rete con modalità contrarie alle normative per il copyright. La riproposizione dell’HADOPI ha passato il primo scoglio ed ora si torna in Senato, ove la proposta era caduta alla prima tornata e dove ora combatterà nuovamente la propria battaglia definitiva.

Trattasi senza ombra di dubbio di una delle leggi più severe mai formulate in tema di pirateria. La norma prevede infatti la disconnessione dal Web per quegli utenti che fossero scoperti in recidiva, come una sorta di cartellino rosso che giunge al terzo giallo comminato. Il diritto di accesso al Web, insomma, viene anteposto dal diritto d’autore e su questo scontro matura tutto il dibattito che circonda il voto. Il tenore della discussione non è calato né è mutato rispetto alla prima tornata: la legge è opinabile, la sua messa in atto è dispendiosa e scarsamente garantista, il principio portato avanti è osteggiato da troppi.

L’Italia è alla finestra. Le tentazioni verso una normativa similare sono forti e già nel recente passato l’on. Bondi aveva lasciato intuire una certa affinità di vedute con il Governo Sarkozy su queste tematiche. Il dibattito sull’HADOPI ha pertanto travalicato le Alpi, trovando un muro contro muro anche nel nostro paese.

In discussione v’è il concetto stesso di Rete. Se trattasi di un elemento integrato nei diritti dell’uomo, il diritto d’autore dovrebbe trovare altri modi per veder garantito il proprio status. Se invece la proprietà intellettuale assumesse rango di maggior rilievo, il diritto all’accesso potrebbe divenire moneta di scambio ed arma sanzionatoria, pur se in contrasto con quelle che sono le raccomandazioni provenienti dall’UE. Entro pochi giorni il Senato esprimerà la propria posizione definitiva. Se l’HADOPI dovesse divenire legge dello stato, entro un anno si potrebbero registrare le prime disconnessioni forzate.

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