Ask.com perde il suo CEO

L'attuale CEO di Ask.com, Jim Safka , lascerà presto la sua posizione all'interno della società dopo solamente un anno di servizio. Scott Garell, attuale presidente di Ask.com, coprirà alcune delle sue mansioni pur non attribuendosi il ruolo di CEO
L'attuale CEO di Ask.com, Jim Safka , lascerà presto la sua posizione all'interno della società dopo solamente un anno di servizio. Scott Garell, attuale presidente di Ask.com, coprirà alcune delle sue mansioni pur non attribuendosi il ruolo di CEO

Jim Safka si appresta a lasciare il ruolo di CEO che attualmente ricopre presso Ask.com. La decisione di abbandonare la società, dovuta a motivi strettamente personali, comporterà l’attribuzione di alcune sue mansioni all’attuare presidente del servizio di ricerca Scott Garell, seppure quest’ultimo abbia chiaramente dichiarato di non essere intenzionato a divenire il nuovo CEO della società.

La notizia, riportata inizialmente dal Wall Street Journal, trova la sua conferma in una lettera scritta dallo stesso Safka e indirizzata allo staff di Ask.com: «la scelta non è stata presa con leggerezza… Quando mio fratello John è passato improvvisamente a miglior vita meno di un mese fa ho iniziato a rivalutare le mie priorità personali e professionali e ho deciso che era il momento giusto per effettuare un cambiamento… E qualunque cosa deciderò di fare, avrà una portata più modesta e sarà più vicina al luogo in cui vivo».

Safka si è unito al team di Ask.com nel gennaio del 2008 dopo essere stato chief executive di Primal Ventures e Match.com. Il suo distacco dalla società è atteso per fine maggio. A tal proposito, Garell scrive in una email: «voglio inviare i miei più sentiti ringraziamene a Jim per l’ intuito e l’energia che ha saputo trasmettere ad Ask. Durante la sua permanenza ha gettato le fondamenta per un business di successo. Jim ha condotto un grande team e guardo avanti per continuare a lavorare con voi su tutto ciò che abbiamo realizzato».

Torna Jeeves, ma se ne va Safka. Per Ask.com continua un periodo ambiguo ove continui cambiamenti non sembrano però apportare grandi benefici ad un motore che galleggia sostanzialmente sempre sulle stesse posizioni, raccogliendo le briciole lasciate dai giganti del settore.

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