Oltre il Web 2.0: Web semantico, Internet delle cose e applicazioni online

Ripercorrendo la veloce storia di Internet dal punto di vista del suo utilizzo, quello che è successo è stato fortemente influenzato dall’avvento delle pagine dinamiche, che hanno permesso di plasmare la Rete sugli utenti, e quindi di sviluppare servizi realmente interattivi, nonché figure come quella del prosumer.

A livello di infrastruttura non è invece cambiato molto: l’apparato della Rete è lo stesso. Ma la “rivoluzione”, ciò che chiamiamo sinteticamente, e con qualche approssimazione, Web 2.0, prende come punto di vista l’aspetto sociale: la Rete sta trascendendo il network di computer e diventando una Rete di persone.

Questo sembra bellissimo, fantastico, ma cerchiamo però per una volta di vedere il bicchiere mezzo vuoto, e riflettere su quello che stiamo effettivamente facendo. Drasticamente, possiamo dire che abbiamo solo reso più fluida la comunicazione tra le persone, a tutti i livelli. Non è comunque poco, perché la comunicazione è la base di tutto il progresso, in qualsiasi campo, ma da un certo punto di vista non è niente di nuovo: si comunica come si è sempre comunicato, ora lo si fa un po’ meglio. E, c’è da aggiungere, perdendo anche molto tempo a causa del rumore di fondo dato dall’incredibile volume di informazioni che circolano.

Sono i computer, intesi come oggetti offline che calcolano, progettano, simulano, che “fanno”. La Rete, di per sé, non ci aiuta veramente a fare le cose, ma a parlare intorno ad esse. Se però vediamo il cammino fatto fino ad ora, e se pensiamo che dieci anni fa non avremmo mai pensato di arrivare a questo punto, possiamo osare e lanciarci in qualche piccola previsione.

Ora si parla del Web semantico come del Web 3.0. Molto umilmente, e senza voler confutare osservazioni scientifiche e fatte da persone molto più titolate ed esperte, ritengo però che il Web semantico possa al massimo essere un Web 2.5, perché resta sempre nell’ambito della comunicazione e dell’informazione.

Il prossimo grande passo sarà in quella che già adesso viene chiamata Internet delle cose. Anche queste sono informazioni, ma con un immediato risvolto pratico. Saremo molto probabilmente immersi in un ambiente di domotica e tecnologia, con il frigorifero che controllerà i prodotti e dialogherà con l’alimentari e con noi, e con la gomma della bicicletta che dialoga con la bici, con noi e col gommista, con un protocollo condiviso a livello mondiale. Internet.

Un’altra strada è quella dello sviluppo delle applicazioni online, realmente utilizzabili in maniera condivisa. Anche qui il passaggio dal comunicare al fare potrà passare dall’evoluzione di questi strumenti, per un lavoro che sia realmente condiviso, e che quindi sfrutti questo parzialmente ancora inesplorato modo di utilizzare la rete, anche in questo caso, per fare. Non è fantascientifico pensare che avremo applicazioni complesse come Autocad o Photoshop completamente online, saranno la naturale evoluzione di ciò che già esiste e si sta sviluppando a grandi passi: vedasi Google Docs, Zoho o Sumopaint, giusto per citarne alcune.

Foto (d.billy)

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