Linux Foundation e Microsoft, la strana coppia

MS e Linux hanno firmato una lettera per chiedere all'American Law Institute più tempo per valutare una proposta di legge per regolamentare con più incisività il comparto del software. L'ALI vuole maggiori garanzie sugli applicativi messi in commercio
MS e Linux hanno firmato una lettera per chiedere all'American Law Institute più tempo per valutare una proposta di legge per regolamentare con più incisività il comparto del software. L'ALI vuole maggiori garanzie sugli applicativi messi in commercio

Microsoft e Linux si trovano per una volta dalla medesima parte della barricata. I due soggetti hanno da poco firmato una lettera indirizzata all’American Law Institute (ALI) per contestare una proposta di legge sul software contenente una serie di nuove norme più restrittive delle attuali. Microsoft e Linux hanno così deciso di unire le forze, firmando congiuntamente il documento da poco presentato all’istituzione statunitense.

L’American Law Institute si occupa della creazione di rapporti e proposte di legge per fornire supporto ai magistrati impegnati in cause legali particolarmente complesse ed estese. L’associazione ha recentemente provveduto alla creazione di una bozza contenente alcune linee guida per richiamare alle loro responsabilità i produttori di software. Il documento è il risultato di circa cinque anni di studi e ricerche nel settore degli applicativi ed è fortemente osteggiato da alcuni dei principali protagonisti dell’informatica statunitense.

Nella loro lettera inviata all’ALI, Microsoft e Linux Foundation contestano principalmente la parte del documento contenente nuove norme sulla garanzia e la gestione dei difetti presenti nel software. Stando alle prime informazioni, sembra che la nuova proposta preveda che tutti gli applicativi in commercio debbano essere considerati privi di difetti, implicando dunque una garanzia a carico dei produttori nel caso in cui il software si riveli in seguito difettoso. La norma sembra escludere le soluzioni open source, ma non è sufficientemente chiara nei confronti delle società che sviluppano software libero traendone un profitto. E proprio per questo motivo, Linux Foundation ha dunque deciso di firmare la lettera insieme a Microsoft.

«Microsoft e Linux Foundation credono che alcuni provvedimenti [proposti da ALI, ndr] non riflettano l’attuale quadro normativo e possano compromettere l’ormai collaudato mercato del software per l’area business e consumer, così come creare incertezze per gli sviluppatori di software. Abbiamo chiesto all’ALI di fornire più tempo per i commenti da parte dei soggetti interessati riflettendo le istanze ad ampio raggio dei produttori e fruitori di software. Il semplice fatto che Linux Foundation e Microsoft stiano unendo le forze potrebbe essere visto come qualcosa di notevole, considerato che le nostre divergenze ricevono molto più interesse rispetto ai nostri interessi condivisi» si legge in un comunicato diffuso da Horacio Gutierrez, corporate vicepresident di Microsoft.

Solo alcune settimane fa, lo stesso Gutierrez si era espresso criticamente nei confronti della Linux Foundation per la presunta violazione di alcuni brevetti registrati da Microsoft. La community open source è impegnata nella ricerca di saldi appigli per dimostrare come le soluzioni brevettate dal colosso dell’informatica fossero già stata sviluppate, mettendosi così al riparo da possibili azioni legali. I due soggetti sembrano aver sotterrato momentaneamente l’ascia di guerra per formare una “strana coppia” in grado di fare fronte comune e contrastare le proposte dell’American Law Institute.

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