Pizzetti: la Rete è la nuova Resistenza

La Resistenza del terzo millennio è nella Rete, nell'interazione tra gli utenti, nel flusso comunicativo. Il Garante per la Privacy Francesco Pizzetti riveste il Web di una responsabilità forte e spiega così la necessaria tutela dei diritti dell'utenza
La Resistenza del terzo millennio è nella Rete, nell'interazione tra gli utenti, nel flusso comunicativo. Il Garante per la Privacy Francesco Pizzetti riveste il Web di una responsabilità forte e spiega così la necessaria tutela dei diritti dell'utenza

Parole importanti, da una figura istituzionale importante. Francesco Pizzetti, l’attuale Garante per la protezione dei dati personali, ha infatti indicato nel Web una nuova frontiera di lotta, riconoscendo allo strumento un’importanza strategica che rappresenta l’altro lato della medaglia rispetto alla necessaria tutela che l’utenza deve poter avere sul Web. Nelle dichiarazioni che Pizzetti ha offerto alla stampa in occasione della Relazione 2008 sull’attività del Garante, dunque, v’è una difesa a tutto campo dell’informazione, con un richiamo ai diritti ed ai doveri di tutte le componenti del mondo editoriale. Ma il riferimento al Web è oltremodo significativo, perchè parte dai fatti degli ultimi giorni per rivestire la Rete di una funzione preminente nel contesto della battaglia sociale quotidiana.

«Dai blog ai social network fino al recentissimo, e già quasi invecchiato, sistema Twitter, sempre di più oggi l’informazione è il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale. Quanto sta avvenendo in Iran dimostra che su questi strumenti, e specialmente sui più innovativi, poggia una forma di resistenza democratica mai immaginata prima». Continua poi il Garante, puntualizzando: «Ogni giorno democrazia e diritti che in essa si radicano o sono globali o non sono […] Il fatto stesso che oramai tra i segni più evidenti di ogni reazione totalitaria siano il blocco di internet, la chiusura dei social network, gli ostacoli all’uso dei telefonini, ci dice che la frontiera della democrazia si intreccia strettamente con la libertà di accesso ai nuovi sistemi di telecomunicazione».

Secondo il Garante un ruolo tanto centrale merita un’attenzione speciale. Non si può più infatti lasciare alle singole nazioni la regolamentazione dei canali comunicativi, poiché ne uscirebbero bavagli continui in grado di chiudere il rubinetto dei rapporti sociali in digitale al primo scricchiolìo avvertito dalle istituzioni. «Servono regole comuni e condivise a livello planetario» sostiene Pizzetti: «È necessario un grande accordo internazionale e la creazione di una organizzazione sovranazionale nell’ambito della quale tutte le Autorità possano cooperare, secondo principi ed efficacia […]. È necessario un nuovo e più vasto WTO, non per regolare il commercio internazionale ma per dare disciplina e certezze all’immenso sistema di reti di telecomunicazioni che è il cuore pulsante del mondo contemporaneo».

L’intervento del Garante va oltre la solita soglia della tutela dei dati personali. Pizzetti, con le dichiarazioni odierne, assume atteggiamento proattivo andando a promuovere non solo la tutela della persona, ma anche del suo diritto ad interagire ed a comunicare. Il Garante va dunque a difendere non solo l’utente in quanto individuo, ma anche l’utente in quanto nodo di una rete sociale, in quanto elemento interconnesso, in quanto parte organica di una comunità viva.

La Rete è la nuova Resistenza. L’utente ne è parte attiva: per questo va difeso, tutelato, garantito.

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