Facebook cambia assetto azionario

La società del celebre social network ha modificato il proprio assetto azionario per garantire ai fondatori maggiori possibilità di controllo in vista di un possibile debutto sul mercato azionario. L'offerta pubblica iniziale potrebbe avvicinarsi
La società del celebre social network ha modificato il proprio assetto azionario per garantire ai fondatori maggiori possibilità di controllo in vista di un possibile debutto sul mercato azionario. L'offerta pubblica iniziale potrebbe avvicinarsi

Prosegue il lento processo di avvicinamento di Facebook verso una offerta pubblica iniziale (IPO) che potrebbe portare alla quotazione del social network in borsa. Nel corso degli ultimi giorni, la società ha modificato il proprio assetto azionario dando vita a una doppia classe di azioni e convertendo gli attuali titoli in azioni di Classe B, che corrisponderanno a 10 voti ciascuna da esercitare sui temi della governance di Facebook. Le azioni di Classe A, potenzialmente vendibili nel caso di una IPO, dovrebbero invece valere un solo voto.

Tale condizione potrebbe consentire alla dirigenza di mantenere un saldo controllo della società anche nel caso di una quotazione in borsa. Tuttavia, al momento i responsabili del social network hanno smentito l’ipotesi di un piano per dare vita a una offerta pubblica iniziale in tempi brevi. «Abbiamo introdotto una struttura basata su due classi di azioni perché gli attuali azionisti desideravano mantenere il controllo per le votazioni su alcuni argomenti per consentire alla società di mantenersi focalizzata in una strategia di lungo periodio per costruire un grande business» ha confermato Larry Yu, portavoce di Facebook, precisando che tale «revisione della struttura azionaria non dovrebbe essere valutata come una prova della volontà della società di essere quotata».

La strategia della doppia classe di azioni viene solitamente adottata per garantire ai fondatori di una società la possibilità di mantenere un forte controllo sulla propria creatura, garantendo al tempo stesso la possibilità di acquisto dei pacchetti azionari da parte dei soggetti esterni. Nel 2004, Google seguì questa strada quando decise di quotare in borsa le proprie azioni. Una scelta giudicata da numerosi analisti a sfavore dei potenziali azionisti esterni della società, ma che di fatto consentì a Mountain View di gestire con le opportune cautele il delicato passaggio verso il mercato, permettendo alla dirigenza di mantenere un forte controllo sulla rotta da seguire per mantenere la competitività.

La modifica all’assetto azionario di Facebook potrebbe costituire un nuovo importante passaggio verso l’attesa offerta pubblica iniziale. Nel corso degli ultimi mesi, del resto, i responsabili del social network non hanno nascosto il proprio interesse verso la possibilità di quotare un giorno la società, ma hanno anche ricordato di non avere particolare premura. Al momento, Facebook può fare affidamento su una solida base finanziaria che offre ampi margini per dare vita a una strategia dei piccoli passi per costruire il futuro della società.

Per una IPO potrebbero essere necessari tra i 12 e i 18 mesi di tempo a seconda delle prossime decisioni assunte dalla dirigenza. Secondo gli analisti, in attesa di una offerta pubblica il valore delle azioni potrebbe continuare ad aumentare a ritmi sostenuti, a riconferma dei trend registrati durante gli ultimi mesi. Nel corso dell’estate le azioni Facebook erano valutate intorno ai 15 dollari, ora avrebbero già raggiunto quota 21 dollari con un aumento di oltre 40 punti percentuali. Una cifra che proietta la società verso un valore complessivo pari a 9,5 miliardi di dollari.

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