RCS, bilanci in calo. Ma la rete regge

L'esercizio 2009 di RCS Mediagroup si è chiuso in ribasso con forte compressione in ogni comparto. Ciò nonostante i risultati sono meno peggiori del previsto anche e soprattutto grazie alle attività online che hanno restituito ottime performance
L'esercizio 2009 di RCS Mediagroup si è chiuso in ribasso con forte compressione in ogni comparto. Ciò nonostante i risultati sono meno peggiori del previsto anche e soprattutto grazie alle attività online che hanno restituito ottime performance

Male, ma poteva andar peggio. E ancora una volta la rete è un salvagente a cui aggrapparsi con sempre maggior forza. Il risultato dell’esercizio 2009 di RCS Mediagroup è così riassunto dalle comunicazioni ufficiali destinate agli investitori: «Il 2009 è stato contrassegnato dalla pesante crisi internazionale economica e settoriale, con particolare impatto sul mercato pubblicitario. La riduzione del potere di acquisto ha pesato sulle diffusioni e sulle vendite di prodotti collaterali e collezionabili. Grazie alla rigorosa e profonda azione di efficienze sul piano dei costi, affiancata alla razionalizzazione e allo sviluppo di strategie editoriali sul versante della multimedialità, è stato raggiunto un risultato complessivo meno negativo di quanto atteso».

Il bilancio pubblicato non considera specificatamente il Web e le sue risorse come una voce a sé stante, ma la ricaduta delle nuove tecnologie sulle attività dell’editore disseminano buone notizie in ogni comparto, a partire dall’advertising. In questo comparto specifico «I ricavi pubblicitari si riducono da 942,1 milioni a 709,7 milioni (-24,7%), recependo un generale calo dovuto al ciclo economico sfavorevole, cui il settore pubblicitario è particolarmente sensibile: in particolare registrano minori ricavi pubblicitari le aree Quotidiani Spagna, Quotidiani Italia e Periodici, mentre prosegue l’ottimo andamento della raccolta pubblicitaria sui mezzi online e per le attività televisive». La crisi è sembrata attenuarsi nella parte finale dell’anno, ma la Rete ha comunque lasciato sulla strada buone sensazioni per l’intero esercizio mentre il cartaceo ha dato corpo a gran parte dell’emorragia registrata.

Interessante il raffronto diretto dei risultati tra carta e bit relativamente ai due titoli di punta del gruppo. La versione cartacea del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, infatti, chiudono l’anno rispettivamente a -13.5% e -8.7%. Parallelamente, «I siti online corriere.it e gazzetta.it registrano un costante e rilevante incremento di utenti unici medi nei giorni feriali, rispettivamente con 1,3 milioni (+22,7%) e 767.000 (+19%). Nel corso dell’anno sono state inoltre registrate ottime performance delle versioni mobile di entrambi i siti, con utenti unici più che quadruplicati».

Stesso andamento anche per titoli di maggior approfondimento: male i periodici (-21.3%), ad esempio, mentre «In ambito multimediale, si segnalano le attività di Leiweb (145 milioni di pagine viste nell’anno) e del portale ATCasa, che ha conquistato la leadership nell’ambito di riferimento con 68 milioni di pagine viste nell’anno».

Parte del gruppo RCS v’è anche Dada, il quale registra per il 2009 ricavi pari a 155,1 milioni (170,2 milioni nel 2008), così ripartiti per settori di attività: Dada.net 53,7% e Dada.pro 46,2%. In forte ribasso l’EBITDA «soprattutto per effetto del progressivo disimpegno su alcuni prodotti tradizionali, per focalizzare il business sull’innovativa start up The Music Movement». Tra i dati diramati, purtroppo, non compare alcuna cifra relativa al Premium Publisher Network, entità di cui a lungo si è discusso nel corso del 2009 per il coraggioso tentativo portato avanti assieme al Gruppo l’Espresso al fine di trovare un nuovo sbocco da protagonisti nel contesto dell’advertising online.

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