EFF e Microsoft, lotta comune sui brevetti

La EFF scende in campo al fianco di Microsoft per abbassare i termini richiesti dai giudici per dimostrare la violazione o la non validità di un brevetto
La EFF scende in campo al fianco di Microsoft per abbassare i termini richiesti dai giudici per dimostrare la violazione o la non validità di un brevetto

La Electronic Frontier Foundation va in soccorso di Microsoft nella battaglia sui brevetti che la società di Redmond sta tenendo da qualche tempo: il nocciolo della questione ruota attorno al metodo utilizzato dalle Corti Supreme per verificare l’effettiva violazione dei brevetti, piuttosto discutibile secondo i vertici della società di Bill Gates.

La procedura attuale, infatti, è basata principalmente sull’evidenza dei fatti: solo se si riesce a dimostrare che un brevetto è chiaramente violato da parte di una o più aziende si può sperare di poter vincere la causa. Microsoft ritiene invece che ciò rappresenti uno standard molto difficile da evidenziare, per cui sarebbe più opportuno basare il tutto su una più lieve tipologia di dimostrazione da portare in tribunale. Il metodo proposto da Redmond, del resto, sarebbe quello già utilizzato per le cause civili.

Le radici della questione affondano in un caso che coinvolge proprio Microsoft: lo scorso anno il colosso informatico è stato ritenuto colpevole di aver violato un brevetto della società canadese i4i, riguardante la gestione dei file XML. Rea di aver utilizzato tale tecnologia brevettata nella propria suite per l’ufficio, Microsoft Office, i legali incaricati da Bill Gates hanno invano cercato di dimostrare che tale brevetto non poteva essere valido, in quanto reso ufficiale circa un anno dopo l’effettiva inclusione in Office, particolare non considerato dai giudici.

«Se la richiesta andrà in porto», si legge sul sito della EFF,  «questo cambiamento aiuterà nella lotta contro i brevetti non validi, abbassando gli standard richiesti per dimostrare l’effettivo valore legale degli stessi. Ciò potrà aiutare in particolare la comunità open source e del free software». La sensazione, comunque, è che difficilmente la Corte Suprema la darà vinta a Microsoft, in quanto molto raramente ha tenuto in considerazione, in passato, petizioni come questa. La EFF auspica però attenzione al caso specifico ed in tal senso la Corte potrebbe fare uno strappo alla regola: vedere fianco a fianco Microsoft, Electronic Frontier Foundation e mondo open source è qualcosa che dovrebbe quantomeno stimolare un pizzico di curiosità.

Photo Credit: Chris Phan

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