Cresce in Italia la pubblicità online

Secondo un rapporto di Nielsen Media in Italia la pubblicità online raggiungerà gli 800 milioni di euro nel 2011, in crescita rispetto al 2010
Secondo un rapporto di Nielsen Media in Italia la pubblicità online raggiungerà gli 800 milioni di euro nel 2011, in crescita rispetto al 2010

Quando si parla di pubblicità online, il pensiero va immediatamente a Google, che in questo settore domina incontrastata a livello internazionale. Ma come è la situazione in Italia? Le cifre relative al mercato pubblicitario nel bel paese sono state rivelate da Nielsen Media e Media Outlook e pubblicate da IlSole24Ore: nel 2011 si prevede che gli spot online varranno poco meno di 800 milioni di euro, con un +15% sul 2010.

Gli investimenti, nel totale, vedranno un incremento del 3% in riferimento al 2010 e del 2% nel 2011. Nielsen ha quindi indicato come la raccolta pubblicitaria sarà superiore alle attese e, sebbene si preveda un ultimo trimestre meno incisivo, si tratta comunque di un risultato positivo se confrontato con lo stesso periodo nel 2009. Internet e televisione sono ai primi posti, e lo stesso sarà l’anno prossimo, con un sorpasso definitivo sancito nei confronti della carta stampata (quotidiani e periodici).

C’è però un dato da analizzare: di questi 800 milioni di euro, circa il 54% proviene dal “search”, ovvero sono spot legati ai motori di ricerca. Il che significa che appartengono per il 90% a Google. Ma non solo: in futuro diventerà quasi una stringente necessità per testate ed aziende il collaborare con Google: News Corporation (appartenente a Murdoch) capitalizza in Borsa 40 miliardi di dollari, Mediaset 6, Telecom Italia 14, mentre Google è a 200 miliardi di dollari.

C’è infine un’ulteriore critica emergente dal panorama italiano: nonostante questi risultati positivi c’è un problema da affrontare, ovvero quello della crescita della banda larga. Se le connessioni ad alta velocità non aumenteranno in futuro, il settore dell’advertising e del mercato ad esso collegato non potranno sostenere questo tasso di crescita risultando così limitati per motivi infrastrutturali.

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