Yahoogle alla giapponese

L'antitrust giapponese acconsente alla partnership tecnica tra Yahoo Japan e Google. Microsoft probabilmente non gradisce
L'antitrust giapponese acconsente alla partnership tecnica tra Yahoo Japan e Google. Microsoft probabilmente non gradisce

L’antitrust giapponese ha detto : Yahoo Japan e Google possono unirsi in partnership ed operare regolarmente sul mercato nipponico senza che sia violata alcuna normativa sulla tutela della concorrenza.

Google diventa così ufficialmente il partner tecnico di Yahoo Japan, andando a fornire i risultati per le ricerche effettuate. E si tratta senza dubbio di una mossa del tutto particolare perché, come noto, Yahoo ha in realtà scelto da tempo come proprio partner il rivale Bing. La realtà dei fatti è che Yahoo Japan è in verità posseduto da Yahoo soltanto in quota minoritaria, pertanto senza alcun potere decisionale sulle attività del gruppo. La partnership va in porto esattamente nei tempi previsti: annunciata in piena estate, se ne prevedeva l’avvio delle attività entro l’anno.

La scelta di Yahoo Japan è stata motivata con questioni tecniche ed il supporto alla ricerca in lingua giapponese sembra essere l’argomento più forte: Bing non offre le medesime garanzie di Google e Yahoo Japan ha pertanto scelto soltanto la migliore delle opzioni. Il “fil rouge” tra Google e Yahoo, inoltre, è stato identificato in Citybank: proprietario del secondo e partner del primo, il gruppo ha idealmente unito le parti per un triangolo commerciale destinato a dominare la scena della ricerca giapponese.

Contro questo accordo si sono schierati in molti, il gruppo Rakuten in primis, contestando l’evidente caduta del tasso concorrenziale che tale partnership va a determinare. Ma l’antitrust si è espressa in modo chiaro: ad oggi non sussiste alcun motivo per fermare questa iniziativa e finchè le parti continueranno ad operare distintamente non potrà essere identificata alcuna violazione. I problemi di Google con il mondo dell’antitrust rimangono pertanto ad oggi soltanto quelli emersi nell’Unione Europea, ove l’accusa per abuso della propria leadership di mercato sarà presto passata in esame dalla Commissione Europea.

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