Il Financial Times rinuncia ai servizi di Apple

Il Financial Times chiede ad Apple di condividere i dati sugli utenti. In caso contrario cercherà altrove la strada per il mercato online.
Il Financial Times chiede ad Apple di condividere i dati sugli utenti. In caso contrario cercherà altrove la strada per il mercato online.

Il Financial Times ha annunciato di non volersi più servire del servizio di Cupertino per le proprie pubblicazioni digitali. Apple ha infatti recentemente lanciato un nuovo servizio di sottoscrizione digitale per contenuti editoriali che permette agli utenti di abbonarsi alle versioni online di riviste o quotidiani direttamente dal proprio iPad 2, il tutto però con una trattenuta del 30% sul prezzo a favore del gruppo di Cupertino. E la cosa non è stata accolta con favore dal mondo dell’editoria.

In particolare il Financial Times contesta ad Apple il fatto che i dati dell’utente non vengono condivisi con l’editore, ma rimangono interni ai database del colosso statunitense, senza offrire dunque un filo diretto tra i lettori e le redazioni, un punto focale che Financial Times ha spiegato di non voler perdere. Come illustra ai microfoni di Reuters Rob Grimshaw, il managing direttore dell’edizione online del giornale: «Non vogliamo perdere il rapporto diretto con i nostri abbonati. È una questione che sta al centro di un buon modello di business».

Al momento, FT.com (la versione in rete del Financial Times) conta oltre 210.000 abbonati che pagano una media di 240 sterline all’anno per avere accesso alle pubblicazioni ed alle applicazioni del sito. I ricavi digitali sono cresciuti del 56% rispetto lo scorso anno, e rappresentano adesso circa il 40% dei guadagni del giornale finanziario. Apple da parte sua teme però che un filo diretto tra editori ed utenti offra ai primi lo spunto per sfruttare l’App Store come un luogo ove rastrellare una community da servire in seguito all’esterno, con modalità differenti e soprattutto senza l’orpello del 30% di trattenuta Apple.

Il Financial Times non vuole barriere tra se e i suoi lettori, anche perché ha dimostrato di puntare ampiamente sull’editoria online, soprattutto dopo un recente sondaggio che ha dimostrato come il 45% dei 2.500 lettori intervistati si serva quotidianamente di FT.com per aggiornarsi sulle ultime novità dal mondo finanziario.

Grimshaw precisa comunque che i rapporti con Apple rimangono ottimi e in caso di un accordo il Financial Times potrebbe tornare indietro sulla decisione. Così non dovesse essere, ogni altra ipotesi extra-Apple è invece al vaglio.

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