La coda corta di YouTube

Un terzo dei video di YouTube raccoglie il 99% delle visualizzazioni, mentre i restanti due terzi raccolgono appena l'1%.
Un terzo dei video di YouTube raccoglie il 99% delle visualizzazioni, mentre i restanti due terzi raccolgono appena l'1%.

Nei giorni passati Google ha annunciato l’inizio dell’era WebM per YouTube. Per giungere all’obiettivo, Google ha la necessità di codificare tutti i video della propria repository trasformandoli nel nuovo formato, ma il processo sarà probabilmente più breve ed efficace di quanto non possa apparire: Google, infatti, potrà prendersela relativamente comoda dopo aver tradotto il primo 30% dei video disponibili.

La cifra trapela dal post con cui YouTube ha illustrato il cambiamento in corso. Secondo quanto spiegato, infatti, il 30% dei video depositati determina oggi il 99% circa delle visioni complessive. Il 70% dei filmati, quindi, è responsabile soltanto dell’1% residuo. Non era probabilmente chiara a tutti una polarizzazione di questo tipo, ma i numeri indicano qualcosa di eclatante: la parte minore dei contenuti caricati determina la quasi totalità degli streaming avviati.

Sulla base di questi numeri è possibile accreditare al 30% dei filmati qualcosa come 693 miliardi di visualizzazioni, mentre appena 7 miliardi di click sono accreditati al restante 70% (700 miliardi di visualizzazioni all’anno sono la cifra dichiarata dallo stesso team YouTube; ignoto, invece, il numero dei video disponibili).

Il processo di traduzione verso il formato WebM durerà pertanto sostanzialmente il tempo di tradurre i nuovi video caricati ed il 30% di quelli già in archivio; il restante 1% sarà tradotto nel tempo e senza fretta particolare poiché minimo è l’impatto che tale porzione apporta ai fini del perseguimento dell’obiettivo.

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