USA, accordi con gli ISP contro la pirateria

Il Governo USA ha varato un nuovo piano per la lotta alla pirateria in Rete, con gli ISP che avranno il compito di sensibilizzare i clienti.
Il Governo USA ha varato un nuovo piano per la lotta alla pirateria in Rete, con gli ISP che avranno il compito di sensibilizzare i clienti.

Con un annuncio sul proprio sito ufficiale, la Casa Bianca ha reso noto un nuovo piano per la lotta alla distribuzione di contenuti protetti da copyright in Rete. Tale programma, cui hanno aderito diversi provider statunitensi in collaborazione con le principali etichette dell’industria cinematografica e musicale, basa il proprio modus operandi su di un approccio diverso rispetto a quello utilizzato finora: piuttosto che agire con la forza, dunque, le parti in gioco provano ora la via della diplomazia.

In base agli accordi stipulati, le major a stelle e strisce avranno accesso ad alcune informazioni sui network statunitensi, quali ad esempio gli indirizzi IP degli utenti connessi alle reti P2P. Qualora dovessero individuare attività illegali, esse potranno rivolgersi direttamente al provider per segnalare gli abusi: il compito di allertare gli utenti sui possibili rischi spetta però ai fornitori della connessione ad Internet, che dovranno dunque contattare i propri clienti per cercare di porre rimedio.

Nessuna informazione sui singoli clienti sarà però concessa alle major: il dialogo avverrà esclusivamente mediante i provider, i quali cercheranno inoltre di non utilizzare misure forzate fin quando non risultino strettamente necessarie. Una volta individuato un utente coinvolto nella diffusione di materiale protetto, questi verrà contattato direttamente dall’ISP, il quale in un primo momento avrà l’obbligo di informarlo sui possibili pericoli provenienti dalla violazione del diritto d’autore. Ad ogni cliente verranno concesse tra le 3 e le 4 opportunità, dopo di che scatteranno i primi provvedimenti: piuttosto che bloccare la connessione, però, i provider hanno deciso di agire riducendo la velocità di connessione oppure reindirizzando gli utenti verso pagine in cui viene evidenziata la necessità di mettersi in contatto con il proprio gestore per risolvere il problema prima di poter proseguire con la navigazione in Rete.

L’obiettivo dei fornitori di servizi di rete, infatti, non è quello di perdere clienti, bensì quello di istruirli sull’utilizzo legale del web: le dure misure adottate negli anni scorsi non sembrano infatti aver ottenuto i risultati sperati, bensì esclusivamente cause legali di lunga durata e caratterizzate da astronomiche cifre richieste come risarcimento dalle major. Solo al quinto o al sesto messaggio di avvertimento sarà possibile agire in maniera forzata, riducendo l’erogazione di connettività verso i clienti fraudolenti: la speranza è quindi quella che, dopo 4 messaggi di avvertimento, venga cessata ogni attività sospetta per timore di ripercussioni legali. Non i “3 strike” voluti da Sarkozy, insomma, né una Authority sull’impronta dell’AGCOM, ma un coinvolgimento dei provider per una collaborazione che possa offrire agli utenti le debite garanzie.

Il nuovo approccio nella lotta alla pirateria nasce dunque dall’esigenza di individuare una soluzione efficace ad un problema che, secondo le ultime stime, causa ogni anno circa 16 miliardi di dollari di perdita per le etichette musicali e cinematografiche. Piuttosto che lasciare gli utenti direttamente nelle mani di queste ultime, dunque, i nuovi accordi prevedono un dialogo preliminare con i provider, cui spetterà il ruolo di intermediario tra le parti, cercando in ogni modo di non dover giungere ad una soluzione drastica: nel caso in cui gli abusi dovessero protrarsi nel tempo, gli ISP si riservano tuttavia il diritto di bloccare la connessione e di concedere alle etichette le informazioni sui clienti fraudolenti, con conseguenze dal punto di vista penale.

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