Il PC compie 30 anni, ma per IBM è ormai morto

IBM festeggia i 30 anni del PC dichiarandone tuttavia la fine avvallando la tesi di Steve Jobs riguardante l'era "post-PC". Microsoft non è però d'accordo.
IBM festeggia i 30 anni del PC dichiarandone tuttavia la fine avvallando la tesi di Steve Jobs riguardante l'era "post-PC". Microsoft non è però d'accordo.

Ha rivoluzionato il mondo intero mettendo alla portata di tutti strumenti dapprima impensabili, aprendo le porte ad un mondo del tutto nuovo, inesplorato e ricco di potenzialità. Il computer rappresenta con ogni probabilità l’innovazione più importante del XX secolo e a distanza di 30 anni dalla sua creazione IBM ne festeggia il compleanno con altrettante candeline, le quali potrebbero tuttavia essere le ultime, o quasi, della sua gloriosa storia.

A mettere la parola fine all’era dei PC è la stessa Big Blue, che per bocca dell’ingegnere Mark Dean, membro del team dal quale è nato il primo computer targato IBM, evidenzia come il mondo tecnologico si sia evoluto a tal punto che i PC rappresentano solo un aspetto marginale in un contesto sempre più ampio, nel quale giorno dopo giorno vengono sovrastati da nuovi dispositivi e nuove tecnologie pronte a dire la propria, offrendo nuove opportunità. La stessa IBM, del resto, ha venduto già nel 2005 la propria divisione per la produzione dei PC a Lenovo, a conferma di un’idea già radicata da tempo in seno alla società.

Le parole di Dean rappresentano dunque un’ulteriore dimostrazione della bontà del teorema enunciato da Steve Jobs al lancio dell’iPad 2, secondo cui al giorno d’oggi vige l’era del “post-PC”, con dispositivi quali smartphone e tablet in grado di sostituirsi egregiamente ai tradizionali Personal Computer. Dello stesso avviso non sembra però essere Microsoft, vero e proprio dominatore del mondo dei computer negli ultimi 20 anni: il gruppo di Redmond ha infatti tenuto a precisare come tale definizione sia del tutto impropria sulla base delle previsioni di vendita dei prossimi mesi, secondo cui saranno acquistati almeno 400 milioni di PC entro fine 2011.

Diatriba dialettica a parte, resta di assoluta importanza la data del 12 agosto 1981, quando il primo PC firmato IBM ha fatto capolino per segnare l’inizio di un’era fatta di bit, la cosiddetta era digitale, che proprio nel Personal Computer vede l’elemento chiave di una rivoluzione generazionale e culturale senza precedenti. Oramai nelle case di tutti, i PC rappresentano un fattore fondamentale nella vita quotidiana di miliardi di persone, senza il quale probabilmente la direzione intrapresa dal mondo tecnologico sarebbe stata profondamente diversa.

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