YouTube, l'altro modo di pensare la tv

Google sta per annunciare una serie di partnership per portare su YouTube contenuti con i quali trasformare la repository in una nuova dimensione della tv.
Google sta per annunciare una serie di partnership per portare su YouTube contenuti con i quali trasformare la repository in una nuova dimensione della tv.

Google avrebbe intessuto una rete di accordi che presto porterà sulla pubblica piazza per dimostrare con quanto impegno stia cercando di trasformare YouTube in un servizio originale, esclusivo e di valore ben diverso da quello della semplice repository arruffata di video amatoriali.

Secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal, infatti, nomi quali IAC/InterActiveCorp, News Corp ed RTL Group sarebbero pronti a salire sul carro di YouTube per portare online tramite canali dedicati le proprie produzioni. I nomi sarebbero altri ed ulteriori (tra i quali il padre di CSI, Anthony Zuiker), ma presto saranno noti: Google starebbe preparando una presentazione in grande stile con cui far passare l’idea di un nuovo modo di interpretare la trasmissione video: non c’è soltanto la televisione, o quantomeno non ci sono soltanto i canali tradizionali.

La Google Tv dovrebbe essere l’altra faccia della stessa medaglia: se YouTube non troverà un canale privilegiato attraverso il quale portare i propri contenuti sullo schermo televisivo, ogni sforzo sarà vano. Al tempo stesso se la Google Tv non avrà contenuti di valore da sbandierare, sarà ben difficile incoraggiare l’utenza all’investimento. Entrambe le componenti sono quindi fondamentali: l’ecosistema Google Tv andrà rivisto e ricompattato, mentre il menu dei contenuti andrà arricchito e reso originale rispetto a tutta l’offerta concorrente.

Gli investimenti Google nei contenuti originali sarebbe già superiore ai 100 milioni di dollari perché la chiave di volta è identificata nella differenziazione: soltanto catturando l’utenza con contenuti mirati sarà possibile convincere l’utente medio ad attrezzarsi per cercare i propri contenuti non via satellite, non su Netflix, ma su YouTube. La forza del marchio c’è, Google non deve far altro che accendere la scintilla utile a monetizzarne il potenziale.

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