PDL: la nostra proposta per l'Agenda Digitale

Il Popolo delle Libertà ha messo nero su bianco la propria proposta per l'Agenda Digitale italiana, ma glissa su banda larga e copyright.
Il Popolo delle Libertà ha messo nero su bianco la propria proposta per l'Agenda Digitale italiana, ma glissa su banda larga e copyright.

Nel giorno in cui Neelie Kroes viene in Italia a sentire il polso della situazione e ad offrire la propria fotografia del nostro paese, il Popolo delle Libertà coglie l’occasione per lanciare la propria proposta al Governo per l’Agenda Digitale. La politica dei politici suggerisce insomma alla politica dei tecnici un possibile approccio al problema, avanzando così quella che diviene la proposta di “destra” per un programma che l’Italia dovrebbe abbracciare nella direzione dell’innovazione e del digitale.

L’introduzione al testo è dell’on. Antonio Palmieri, il quale presenta così la bozza:

Il tema dell’agenda digitale è decisivo per l’Italia. Con la nostra proposta di legge, fortemente voluta e sottoscritta da Angelino Alfano, abbiamo scelto di guardare al futuro, mettendo al centro il sostegno alle startup innovative, eliminando vincoli burocratici e proponendo incentivi fiscali per le imprese innovative in generale e per alcune filiere rilevanti dell’economia digitale, come quella dei videogiochi. Sono misure per i giovani e per chi ha esperienza e vuole mettersi in proprio, perchè l’economia digitale è il luogo in cui creare posti di lavoro per il presente e destinati a durare nel tempo. Sono iniziative che non lasciano indietro i più deboli, come mostra l’ampio capitolo dedicato al tema dell’accessibilità ai disabili dei servizi on line e che puntano sulla trasparenza della pubblica amministrazione, con gli open data. Sono iniziative che puntano al coinvolgimento permanente del governo e del parlamento su questo tema, che da “passione” di pochi parlamentari deve diventare oggetto permanente del lavoro di tutte le istituzioni.

La bozza parte citando quanto ottenuto dal Governo Berlusconi, disegnando così idealmente una linea di continuità rispetto al passato. Gli interventi sono stilati in modo particolare in favore delle start-up e dei disabili, cercando così in entrambe le direzioni di creare opportunità che possano essere colte per generare un vantaggio competitivo soprattutto per chi si muove nella difficoltà.

Queste le misure previste per stimolare la nascita delle start-up italiane:

  • semplificare le procedure necessarie alle loro costituzione e attivazione;
  • stabilire per legge quali sono i requisiti per l’identificazione degli abilitatori, cioè di quei soggetti che concorrono finanziariamente all’avvio e alla crescita delle startup;
  • istituire il «Fondo per l’Italia», per sostenere il mercato dei capitali di rischio e dunque le startup innovative;
  • vincolare le startup che beneficiano del Fondo a destinare una quota del capitale alla promozione e alla formazione di nuova imprenditorialità, in modo da creare un circolo virtuoso che alimenti se stesso;
  • estendere i benefìci fiscali, sia tramite deduzioni che con esenzioni fiscali applicabili alle startup insediate in aree a condizioni agevolate;
  • fornire assistenza tecnica tramite l’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internalizzazione delle imprese italiane;
  • favorire  i loro rapporti commerciali con la pubblica amministrazione;
  • prevedendo sgravi contributivi per i contratti di apprendistato;
  • prevedendo sgravi fiscali (imposta regionale sulle attività produttive), agevolazioni sul regime dell’imposta sul valore aggiunto e crediti d’imposta per particolari categorie di imprese.

Queste, invece, le misure a sostegno dei disabili e delle persone disagiate:

  • l’istituzione di un gruppo di lavoro permanente formato da esperti di vari organismi che si occupa delle tematiche sull’accessibilità;
  • un costante monitoraggio dell’accessibilità informatica;
  • iniziative per favorire l’accessibilità informatica;
  • sanzioni a carico dei dirigenti responsabili di accessibilità inidonea;
  • modifiche alla legislazione vigente in senso restrittivo;
  • accessibilità dei testi scolastici digitali a condizioni economiche parificate rispetto ai testi cartacei.

A tutto ciò la bozza aggiunge una serie di ipotesi per il superamento del divario digitale, ponendo l’alfabetizzazione digitale al primo posto con il coinvolgimento della RAI in un’opera di formazione «continua e incisiva». Infine, si tenta di coinvolgere nel processo anche l’importante volano della pubblica amministrazione:

  • è autorizzata l’assunzione di personale dichiarato idoneo ai concorsi per dirigenti informatici, anche se di differenti amministrazioni;
  • le pubbliche amministrazioni devono rendere fruibili gratuitamente i dati in loro possesso;
  • le singole amministrazioni devono organizzarsi per il raggiungimento della sicurezza e della riservatezza dei dati nella pubblica amministrazione;
  • è prevista la digitalizzazione della giustizia, con l’obiettivo di ridurre i tempi dei processi e i costi di gestione, nonché di semplificare la fruizione dei servizi ai cittadini e alle
    imprese;
  • è prevista la digitalizzazione della sanità, possibilità di fruizione della connettività a internet per i pazienti;
  • è prevista la semplificazione delle procedure del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo n. 259 del 2003, per le connessioni a internet senza fili.

Sulla proposta sembrano apparentemente gravare alcune fondamentali assenze, ma anche questo ha un significato: il PDL ha voluto isolare talune problematiche per portarle avanti in sede separata, con interventi dedicati in conseguenza della delicatezza del problema:

Volutamente la proposta di legge non prende in esame due aspetti molto importanti per lo sviluppo dell’economia digitale: la banda larga e la protezione del diritto d’autore.

Sul primo tema il Governo sta effettuando una ricognizione per vedere esattamente quale sia lo stato reale delle connessioni nel Paese: ha già previsto un piano per le regioni del sud e sta
monitorando le agende digitali regionali, dove presenti. Inoltre la nuova tecnologia Long Term Evolution (LTE) darà una spinta molto importante per colmare a breve il divario di connessioni
nelle zone orograficamente svantaggiate.

Il tema del diritto d’autore è meritevole di un provvedimento a se stante, unitamente però all’applicazione delle leggi vigenti e, anche in questo caso, allo sviluppo di tecnologie e di imprese che offrano contenuti culturali digitali, tema che invece è sviluppato dalla presente proposta di legge.

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