Spezzatino Kodak servito a 12 grandi aziende

12 grandi gruppi si sono accordati per l'acquisto dei brevetti che Kodak ha messo sul mercato per uscire indenne dalla procedura fallimentare in atto.
12 grandi gruppi si sono accordati per l'acquisto dei brevetti che Kodak ha messo sul mercato per uscire indenne dalla procedura fallimentare in atto.

Kodak ha comunicato di aver concordato la cessione del proprio preziosissimo portfolio brevetti, desiderato e contesto da molti gruppi fin dal momento in cui è stata chiara l’estrema difficoltà finanziaria del gruppo. Difficoltà presto maturata in vera e propria bancarotta: il brand noto in tutto il mondo per le proprie tecnologie in ambito fotografico, infatti, ha iniziato il declino con l’avvento del digitale e proprio dal digitale è stata ora surclassata e fagocitata definitivamente a prezzi di saldo da fine stagione.

I brevetti che hanno configurato il percorso della Eastman Kodak sono stati messi all’asta e vi hanno potuto accedere alla fine due grandi coalizioni: la Intellectual Ventures e la RPX Corporation. Dietro questi nomi pressoché sconosciuti, però, si celano in realtà entità del tutto note al grande pubblico, la cui identità trapela dalla documentazione che la Kodak ha consegnato alle autorità incaricate di giudicare ed approvare la procedura fallimentare in atto (la transazione dei brevetti dovrà infatti ora essere approvata prima di poter diventare effettiva):

  • Research In Motion Limited
  • Google Inc.
  • Samsung Electronics Co., Ltd.
  • Adobe Systems Incorporated
  • HTC Corporation
  • Facebook, Inc.
  • Fujifilm Corporation
  • Huawei Technologies Co., Ltd.
  • Amazon Fulfillment Services, Inc.
  • Shutterfly, Inc.
  • Microsoft Corporation

Google e Facebook, Microsoft e Apple, Samsung e RIM, HTC e Amazon: produttori di device e fornitori di servizio, tutti assieme al grande banchetto in cui si serve lo spezzatino dei brevetti Kodak. Una fine per molti versi ingloriosa, che l’azienda si trova però costretta a festeggiare poiché l’accordo consente al gruppo di monetizzare l’ultimo asset di grande valore ancora in dote. Così facendo parte del debito potrà essere appianato e la parabola del gruppo continuerà entro margini di maggior tranquillità. La transazione è stata quantificata in 525 milioni di dollari.

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