Banda larga in Italia: per tutti, ma non viene usata

In base ai dati pubblicati da Asstel, la banda larga raggiunge il 95,6% della popolazione, ma viene utilizzata solo dal 55% delle famiglie.
In base ai dati pubblicati da Asstel, la banda larga raggiunge il 95,6% della popolazione, ma viene utilizzata solo dal 55% delle famiglie.

In Italia le reti a banda larga (fissa e mobile) raggiungono il 95,6% della popolazione, ma solo il 55% delle famiglie utilizza una connessione ad Internet. Questo è il dato contenuto nel Rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia 2013 presentato da Asstel, l’associazione che rappresenta le imprese di telecomunicazione nel nostro paese. In base alle statistiche elaborate dalla società di consulenza Analysys Mason, l’Italia occupa l’ultimo posto della classifica Ue5, in cui sono presenti anche Regno Unito, Germania, Francia e Spagna.

Nel 2012 gli operatori telefonici hanno incrementato del 6% gli investimenti in infrastrutture. In particolare, è aumentata del 9% la copertura in fibra ottica, che ha raggiunto i 234.000 Km. Il numero dei DSLAM installati è cresciuto del 9% (28,6 milioni di linee fisse attestate a fine 2012), mentre sono attive in totale 94.000 stazioni radio base (+7%). Gli operatori hanno inoltre avviato i lavori sulla banda ultra larga fissa (FTTH e FTTC) e mobile (LTE), investendo circa il 20% del budget messo a disposizione con il Piano Nazionale Banda Larga. In base ai dati raccolti da Asstel, «l’infrastruttura a banda larga (ADSL + 3G) raggiunge il 95,6% della popolazione, in linea con la media Ue5 e con gli obiettivi dell’Agenda digitale europea fissati per il 2015». La copertura ADSL con velocità di almeno 2 Mbps raggiunge il 90,6% della popolazione, il 34,9% può usufruire di connessioni tra 2 e 20 Mbps, il 55,7% di almeno 20 Mbps.

Nonostante la disponibilità di banda larga, l’Italia possiede il tasso di utilizzo più basso tra i paesi Ue5, ovvero il 55% contro il 77% della Francia, l’82% della Germania, il 67% della Spagna e l’86% del Regno Unito. Cesare Avenia, presidente di Asstel, ha individuato le cause di questa arretratezza nel «ritardo attribuibile sia al diffuso analfabetismo digitale, sia alle lentezze con cui si sta procedendo nell’attuazione dell’Agenda digitale, da cui lo scarso sviluppo nel nostro paese dell’e-commerce, dell’e-government e dei servizi online in genere»

Le parole di Avenia si riscontrano nei dati relativi alla diffusione e all’utilizzo della banda larga. L’Italia è al primo posto in termini di penetrazione della banda larga mobile (14%), grazie alla crescita delle linee mobile (+27%) e della spesa per smartphone e tablet (+20%), ma solo il 17% degli utenti privati e il 4% delle imprese ha effettuato transazioni online negli ultimi 12 mesi.

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