Google fotografa italiani e sicurezza online

Quasi un italiano su dieci utilizza ancora la parola "password" come codice segreto per l'accesso ai propri account: lo svela un nuovo rapporto di Google.
Quasi un italiano su dieci utilizza ancora la parola "password" come codice segreto per l'accesso ai propri account: lo svela un nuovo rapporto di Google.

Google diffonde un nuovo report su italiani e sicurezza online realizzato in collaborazione con Opinion Matters (ricerca condotta tra il 6 e il 19 giugno 2013), dal quale i nostri connazionali non escono a testa alta: troppe le abitudini dure a morire, che rischiano di mettere in serio pericolo dati personali e account. Nel bel paese si fa troppa poca attenzione alle minacce provenienti dalla Rete, così come alla gestione dei profili su social network e servizi online.

I dati emersi sono tutt’altro che incoraggianti: il 10% utilizza il nome del proprio animale domestico (generalmente cane o gatto) come password, l’8% si affida addirittura al termine “password”, il 6% lascia post-it incollati sulla scrivania con i codici segreti e il 28% ha spiato almeno una volta la casella di posta elettronica del partner. Ancora, durante l’anno in corso solamente il 35% ha aggiornato il software antivirus e il 26% ha eseguito almeno un click su link verso indirizzi contenenti spam. A costare particolarmente care potrebbero essere inoltre superficialità e disattenzione, come per il 26% che abbandona regolarmente la postazione senza eseguire il logout dalle sessioni attive.

Come già accennato, dai 2.000 interpellati sono emersi atteggiamenti potenzialmente pericolosi soprattutto per quanto riguarda le password. L’11% dichiara di aver scelto una data significativa come stringa di accesso agli account, ad esempio l’anniversario di matrimonio, oppure il compleanno di un parente stretto. Il 62% dice inoltre di modificarle solo quando necessario, mentre il 24% lo fa regolarmente e il 16% condivide la stessa password per più piattaforme. Si tratta di comportamenti che possono condurre a problematiche di vario tipo, con conseguenze da non sottovalutare. Ecco il parere di Eran Feigenbaum, direttore della sicurezza per Google Apps.

Spesso le persone lasciano le proprie informazioni personali esposte ad attacchi online senza nemmeno rendersene conto. Atteggiamenti noncuranti in tema di sicurezza online possono causare gravi conseguenze nel caso in cui estranei riescano ad accedere alle nostre informazioni. Semplici accorgimenti come scegliere password più complicate, eseguire sempre il logout dalle sessioni e prendere in considerazione la verifica a doppio passaggio per il proprio account possono davvero fare la differenza nel garantire la sicurezza dei nostri dati.

Per porre rimedio alla situazione Google sta sperimentando da tempo nuovi approcci al problema, che includono l’utilizzo di un particolare anello o piccoli dispositivi USB. Anche la verifica in due passaggi introdotte negli anni scorsi offre un livello di protezione in più, soprattutto per chi utilizza di frequente un gran numero di dispositivi, come PC, smartphone o tablet. Ancora, nel 2012 il motore di ricerca ha lanciato l’iniziativa Buono a sapersi in collaborazione con la Polizia Postale, progetto finalizzato alla tutela di privacy e dati personali che ha raccolto buoni risultati al termine del suo primo anno.

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