Solare e pannelli flessibili nei futuri iPhone

Apple aggiorna il brevetto sul ricorso all'energia solare nei device, introducendo nuovi pannelli fotovoltaici flessibili, riflettori e fibre ottiche.
Apple aggiorna il brevetto sul ricorso all'energia solare nei device, introducendo nuovi pannelli fotovoltaici flessibili, riflettori e fibre ottiche.

Il futuro degli iPhone potrebbe essere a energia solare. Già dallo scorso ottobre sono emersi online dei brevetti Apple per includere dei pannelli fotovoltaici all’interno dei melafonini di prossima invenzione, oggi però arriva un perfezionamento teorico della tecnologia che potrebbe tradurre il proposito in realtà. Il tutto, grazie all’introduzione di speciali pannelli flessibili.

Il brevetto, come al solito sottoposto all’US Patent & Trademark Office e intitolato “Integrated touch sensor and solar assembly”, spiega l’inserimento di un pannello fotovoltaico all’interno di un display touch, affinché non sia di disturbo all’utente e non rovini il design di un dispositivo portatile.

Nella prima versione della registrazione, risalente a qualche mese fa, Apple aveva ipotizzato il ricorso a speciali pannelli fotovoltaici trasparenti, da inserire tra il display e il pannello touch affinché raccogliessero la luce solare direttamente orientata sullo schermo di un iPhone o un iPad. In questa nuova versione, invece, tutto cambia, forse per aver a disposizione un’alternativa qualora lo strato intermedio trasparente non garantisse le performance sperata.

Solare flessibile di Apple

Solare flessibile di Apple

In linea del tutto generale, lo strato di polimero solare diventa flessibile e adesivo, affinché possa essere facilmente adagiato in qualsiasi posizione all’interno del device senza interferire sulle necessità estetiche future né limitare la creatività dei designer Apple. Questo strato fotovoltaico, denominato “transparent double-sided ITO (DITO)”, verrebbe inoltre montato con il lato sensibile opposto rispetto al pannello touch, forse per evitare eventuali interferenze o per non ridurre l’esperienza d’uso dell’utente. In questo modo, però, la luce non ne colpirebbe direttamente la superficie, quindi all’interno del device potrebbero essere previsti dei riflettori parabolici o dei canali di raccolta, realizzati con fibre ottiche in grado di trasportare la luce in qualsiasi area interna.

È improbabile che una simile tecnologia venga applicata nell’imminente iPhone 6, anche perché il device pare sia già in fase di produzione e l’invenzione di Apple non ancora matura affinché possa arrivare nelle mani del consumatore finale. Non è un caso, infatti, che la Mela stia registrando diversi brevetti allo stesso scopo, quasi volesse avere dei piani di riserva qualora il principale – ovvero quello con lo strato fotovoltaico inglobato tra schermo e pannello touch – dovesse fallire nei test. Il grande interesse di Cupertino per l’energia solare al servizio dei device portatili deriva, ovviamente, dalle critiche che il gruppo riceve di continuo sull’autonomia giornaliera del melafonino: evitando la necessità di un collegamento alla rete elettrica per ricaricare lo smartphone, infatti, l’utente si ritroverebbe virtualmente con un device mai a secco d’autonomia.

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