Salone del Mobile: profumo di innovazione

Il Salone del Mobile 2015 è una lente per capire cosa sarà la casa in futuro, laddove la tecnologia è una pulsione che plasma gli spazi e muta l'arredo.
Il Salone del Mobile 2015 è una lente per capire cosa sarà la casa in futuro, laddove la tecnologia è una pulsione che plasma gli spazi e muta l'arredo.

Mobile come “mobile”, nel senso più concreto del termine, con accezione a tutto quel che è casa. O mobile come “mobilità”, nel senso più lato del termine, con accezione a un nuovo modo di vivere il proprio rapporto con la casa. E in questa doppia accezione c’è gran parte della tensione che il Salone del Mobile 2015 vive alla vigilia dell’inaugurazione.

Quando mancano ormai pochi giorni all’esordio, il Salone del Mobile inizia a far trapelare alcune delle novità che animeranno i padiglioni di Milano: i brand principali hanno messo fuori i primi annunci, gli inviti stampa sono stati diramati e da più parti si cerca di catalizzare l’attenzione a tutto quel che I Saloni (e il FuoriSalone) saranno in grado di proporre. Con un punto di domanda imperativo che grava sulla nuova edizione, però: è questa l’edizione in cui l’innovazione sarà realmente in grado di colpire l’immaginario? La ripresa del settore può anche partire da un nuovo tipo di risposte al nuovo tipo di domanda che l’utenza porta avanti? Il concetto di casa può cambiare anche al di là dei cliché accumulatisi attorno al concetto di “domotica”?

L’innovazione che mancava

L’edizione 2014 del Salone del Mobile è stata come sempre ricca e popolata, piena di sfumature e densa di qualità in termini di materiali e design. Tuttavia la sensazione è che possa essere stata l’ultima edizione di una serie ispirata ad un vecchio concetto; la speranza, al contempo, è che la nuova edizione possa essere la prima di una serie ispirata a qualcosa di differente, nuovo, innovativo. Innovativo non solo nella forma: quando il design si limita all’estetica, senza incidere nell’essenza, tradisce sé stesso. L’edizione 2015 del Salone del Mobile è dunque anzitutto una proiezione al futuro, nel tentativo di capire come l’incontro tra l’innovazione e l’ambiente domestico possa ispirare nuove soluzioni, partorire nuovi gusti e solleticare nuove idee. La capacità del Salone di attrarre il meglio dell’industria rappresenta la materia prima su cui applicare tutte queste speranze: la crisi potrebbe essere non solo handicap da scontare, ma anche fattore scatenante in grado di esplodere nuova creatività.

I modi in cui la tecnologia può incidere sono molti. Da una parte può essere applicata direttamente ad arredo e complementi d’arredo, disegnando così una casa più a misura d’uomo e in grado di rispondere meglio alle esigenze di chi vive l’ambiente domestico. Per contro l’innovazione ridisegna anche gli spazi, consentendo alla tecnologia di scomparire e al tempo stesso rendersi sempre più protagonista nella vita in ambiente casalingo. I pulsanti diventano app, le lampadine sono contestualizzate in più complessi scenari (scenografie?), lo smartphone diventa un telecomando per il controllo di tutto.

La cartina di tornasole in tutto ciò è il salotto, l’ambiente che un tempo configurava il baricentro del tempo libero in casa e il luogo che console e tablet hanno tentato in qualche modo di colonizzare in tempi e modalità differenti. La tv è passata dal tubo catodico alle moderne ultrasottili, fino a curvarsi per abbracciare meglio il telespettatore, e in tutto ciò gli equilibri del salotto sono mutati radicalmente. Come e dove posizionare la tv è oggi elemento cardine, che cambia peraltro con l’incedere degli standard qualitativi (attualmente assestatisi attorno al concetto di Ultra HD), mentre tutto il resto viene di conseguenza.

Il modo in cui la tecnologia plasma, muta e ricompone lo spazio è forse una riflessione che il Salone del Mobile 2015 può consegnare in staffetta ideale all’Internet Festival 2015: il tema dello spazio è la logica conseguenza di ciò che l’energia sprigionata dall’innovazione tende a cambiare, rivoluzionare. Una riflessione che si impone, insomma, e che va analizzata sotto più punti di vista.

Euroluce, la scintilla

Ma c’è di più. Le nuove tecnologie introducono infatti nuove esperienze sensoriali e nuovi modi di vivere la realtà, così che il medium assume ruolo di primo piano rispetto ad altri elementi. Non è un caso se da più parti si propongono ormai lampade che, oltre a far luce, propongono illuminazione con colori cangianti, presa USB per caricare device esterni, connettività per il controllo remoto, speaker audio o altro ancora: la lampada, uno degli elementi più tradizionali che si possano immaginare nel complemento d’arredo, è al centro di un esperimento collettivo che volge ad integrare l’oggetto in qualcosa di differente, iperconnesso, che distrugge categorie legate all’utilità per rendere promiscuo e variegato l’utilizzo degli elementi.

Una semplice lampada che unisce in sé più utilità ha un effetto dirompente sull’ambiente circostante: slega il punto luce dalle pareti, anzitutto; consente l’ascolto di un brano musicale slegato dalla posizione della fonte del suono (oggi identificata in smartphone, tablet o pc, se non direttamente nel Web); permette di spostare le funzioni espletabili in casa laddove l’utente preferisce essere: sul letto come sul divano, a tavola come su un balcone.

Euroluce sarà uno dei punti cardinali dell’edizione 2015 de I Saloni: saranno questi i padiglioni della domotica e dell’illuminazione a led, dei nuovi spazi ridisegnati, dell’innovazione emergente. Euroluce sarà la scintilla in grado di accendere l’edizione 2015 e forse di rappresentarla: l’evento, nato come esposizione per installatori e progettisti, diventa ora vetrina per designer e utenti, ai quali presentare le novità che i migliori creativi hanno pensato per fare in modo che la casa possa essere realmente a propria immagine e somiglianza.

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