ATTENZIONE!Siamo a conoscenza di un messaggio che si sta diffondendo su Whatsapp e che promette 5 biglietti gratuiti a…
Posted by Gardaland on Wednesday, May 30, 2018
No, Gardaland non sta regalando 2.500 biglietti
Rimbalza nelle chat di WhatsApp un messaggio che promette di poter ottenere facilmente e gratuitamente biglietti per l'ingresso a Gardaland: è una bufala.
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Prezzemolo (la mascotte, non la pianta) non regalerà 2.500 biglietti d’ingresso a Gardaland per festeggiare i suoi 25 anni. Sarebbe sufficiente una semplice ricerca per scoprire che il parco che sorge sulle rive del Garda di anni ne ha qualcuno in più, 43 per la precisione. E invece no, perché di fronte al termine “gratuito” la vista si offusca e il click è immediato. È l’ennesima bufala che si sta rapidamente diffondendo su WhatsApp.
Cestinate il messaggio e invitate chi l’ha mandato a fare altrettanto, interrompendo l’ennesima catena. In coda al testo un link che conduce al sito gardaland.com, ma anche in questo caso basterebbe chiedere a Google (o Bing, siamo per la par condicio) per scoprire che il sito ufficiale è gardaland.it. Aprendo il collegamento ci si trova di fronte a un breve questionario da compilare, con la promessa di ottenere fino a 5 ticket per ogni nucleo familiare. Più sotto un’area che simula in modo un po’ grossolano la conversazione tra alcuni utenti Facebook (che stranamente, nonostante i cognomi stranieri, scrivono in italiano). Insomma, una trappola che prende di mira i meno attenti.

Il messaggio che sta rimbalzando nelle chat: è una bufala, smentita dalla direzione del parco
Se ancora ci fossero dubbi, è la pagina ufficiale del parco a smascherare definitivamente l’inganno, con un intervento piuttosto chiaro pubblicato nelle ore scorse.
Non è la prima volta che ci troviamo a segnalare operazioni di questo tipo e temiamo non sarà nemmeno l’ultima. Come sempre, l’invito è di guardare quantomeno con sospetto a messaggi e iniziative di questo tipo e di far riferimento al sito o ai profili social ufficiali delle aziende prima di abboccare all’amo, magari fornendo i propri dati e l’accesso alle proprie informazioni personali.