Cerved Next: intervista a BigProfiles

Tra le startup che hanno partecipato a Cerved Next anche BigProfiles: IA e analisi delle informazioni per aiutare le aziende a conoscere i loro clienti.
Tra le startup che hanno partecipato a Cerved Next anche BigProfiles: IA e analisi delle informazioni per aiutare le aziende a conoscere i loro clienti.

L’intelligenza artificiale come strumento per l’analisi dei dati, al fine di trarne informazioni utili al conseguimento di obiettivi come il rafforzamento del brand, la fidelizzazione della customer base e il raggiungimento di nuovi clienti. Questo uno dei temi trattati a Cerved Next, una lente d’ingrandimento sulla Data Revolution e sul processo di transizione che sta plasmando una nuova forma di economia.

L’appuntamento milanese andato in scena nella giornata di ieri ha riservato una vetrina importante anche alle nuove realtà che operano in questo segmento di mercato, presenti all’interno dello Startup Lab. Tra queste abbiamo incontrato BigProfiles, team romano che proprio ricorrendo all’impiego dell’intelligenza artificiale e a un algoritmo per l’analisi delle informazioni aiuta le grandi aziende a conoscere meglio i loro clienti. Ne abbiamo parlato con Riccardo Mercanti, Chief of Strategy and Business Development, per capire quale sia l’approccio della startup e quali le soluzioni offerte.

Qual è l’attività di BigProfiles e perché siete oggi a Cerved Next?

BigProfiles è una startup che aiuta le società con un grande database di consumatori a capire meglio chi sono i loro clienti attraverso informazioni che derivano da sorgenti esterne: socio-demografiche, pubblici registri, social network, Internet e database privati che sappiamo come interrogare. In questo modo creiamo una profilazione della clientela aiutando l’azienda a ottenere non solo più informazioni, ma aumentando l’efficienza delle campagne di marketing, raggiungendo conversion rate più elevati per quanto riguarda le attività di up-selling e cross-selling o di altro tipo, ad esempio contro l’abbandono per ciò che concerne il cosiddetto churn rate.

Questo torna inoltre utile per affrontare altre problematiche come l’esigenza di stabilire prezzi differenti, il cosiddetto dynamic pricing per diversi prodotti venduti in differenti periodi dell’anno o in altri ambiti di applicazioni che riguardano ad esempio il merito di credito.

Come si svolge nel concreto la vostra attività e quali sono i punti di contatto con il mondo dell’intelligenza artificiale?

La nostra attività si svolge prima attraverso una profilazione basata su criteri statistici, poi in modo più puntuale, ovviamente rispettando la normativa in tema di privacy qualora il cliente disponga dell’autorizzazione a profilare la sua customer base.

Stiamo raggiungendo risultati molto buoni, lavorando con grandi aziende, al momento in Italia. Tra queste ci sono banche, assicurazioni, realtà del settore automotive, telco e retail. Siamo particolarmente orgogliosi di avere un algoritmo di intelligenza artificiale, che fornisce il vero valore aggiunto al cliente, grazie all’assegnazione di un punteggio che segmenta ogni tipo di consumatore in funzione degli obiettivi che le campagne di marketing intendono perseguire. Un algoritmo che in questo momento stiamo depositando presso l’ufficio brevetti americano.

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