Antitrust vuole tutto su Amazon, Apple e Facebook

Continua l'indagine antitrust USA sui grandi della tecnologia come Apple, Amazon, Facebook e Google.
Continua l'indagine antitrust USA sui grandi della tecnologia come Apple, Amazon, Facebook e Google.

L’indagine antitrust USA sulle grandi compagnie tecnologiche non si ferma: ora il Congresso vuole i documenti interni di Apple, Amazon, Facebook e Google. Questi includono le comunicazioni interne tra dirigenti riguardanti importanti progetti, come l’acquisizione da parte di Facebook di WhatsApp e l’algoritmo di ricerca dell’App Store di Apple. L’House Judiciary Committee ha anche chiesto elenchi di concorrenti per prodotto, bilanci e altro.

Nelle lettere inviate a ciascuna società i membri del comitato hanno scritto che la loro indagine si concentra su “problemi di concorrenza nei mercati digitali“, riguardo all’ipotesi che le grandi imprese “possano essere coinvolte in comportamenti anticoncorrenziali” e se le leggi attuali “sono adeguate a affrontare questi problemi“.

La lettera inviata ad Alphabet richiede email dei dirigenti relative alle acquisizioni di Google (inclusi DoubleClick, YouTube e Android), l’algoritmo di ricerca dell’azienda e la “sospensione effettiva di qualsiasi app specifica o categoria dal Play Store” da parte di Google. Il dominio di Google su mercati interconnessi come la ricerca, la pubblicità e i sistemi operativi mobili potrebbe far pensare in effetti che questa ingiustamente indebolisca la concorrenza in qualsiasi campo e ci sono prove evidenti che lo ha fatto in passato.

La lettera ad Amazon chiede come la società classifica i prodotti, incluso il proprio marchio Amazon Basics. Il Congresso chiede anche riguardo le numerose acquisizioni di Amazon nel campo della medicina, sicurezza domestica e negozi di alimentari. E vuole dettagli sull’effettiva acquisizione da parte di Amazon del mercato al dettaglio dei libri, ad esempio se ha modificato il suo algoritmo di ricerca per “esercitare una maggiore pressione aziendale” su un editore.

Ora i colossi hanno fino al 14 ottobre per presentare la documentazione. Il Washington Post (che tra l’altro è detenuto proprio da Amazon) ha scritto che queste lettere non corrispondono ad ordini, neanche dal punto di vista legale. In altre parole il Congresso sta chiedendo gentilmente di cooperare. Se Amazon, Apple, Facebook e gli altri non lo faranno, la commissione ha comunque il potere di chiedere ed ottenere questi documenti qualunque sia la risposta da parte delle aziende.

Queste informazioni sono estremamente sensibili per questi colossi della tecnologia e costituiscono ciò su cui le persone (ma anche i giornalisti) hanno speculato per anni: farebbero luce su alcune delle decisioni aziendali più importanti degli ultimi anni.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti