Chiude Berlusconi Market, vendeva merce illegale

La Guardia di Finanza dopo una sofisticata indagine nel Dark Web ha chiuso Berlusconi Market, piattaforma online di merce illegale.
La Guardia di Finanza dopo una sofisticata indagine nel Dark Web ha chiuso Berlusconi Market, piattaforma online di merce illegale.

Si chiamava Berlusconi Market ed era una piattaforma online nel Dark Web dove si poteva trovare in vendita ogni sorta di merce illegale. Il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza ha concluso una sofisticata indagine, riuscendo ad individuare gli amministratori di questo mercato nero che si nascondeva nei meandri del web: ha chiuso la piattaforma e proceduto con l’arresto di tre persone che governavano il black market.

Il nome fantasioso non era solo quello della piattaforma stessa: l’amministratore si faceva chiamare VladimirPutin, mentre il moderatore aveva i nickname di EmmanuelMacron, ma c’era anche una terza persona che controllava le entrate provenienti dal sito illegale. Sono stati arrestati con l’accusa di associazione a delinquere. Le autorità in una nota ufficiale dicono che il Berlusconi Market dal gennaio del 2019 è diventato il mercato nero più importante del Dark Web, sia per volume d’affari che per numero di oggetti venduti.

I numeri sono impressionanti: alla chiusura c’erano più di 100.000 annunci di prodotti illegali, tra cui 30.000 farmaci e sostanze stupefacenti, 5000 annunci di vendita di armi ed esplosivi, ma anche quelli riguardo oro, gioielleria, bitcoin da proventi illeciti. Ogni anno il volume complessivo delle transazioni arrivava a 2 milioni di euro.

I tre arrestati risiedono in Puglia, uno è domiciliato a Torino: hanno realizzato la piattaforma incrociando domanda e offerta di merci illegali, vendute non solo in Italia, come si legge nella nota della Guardia di Finanza:

In sostanza, hanno allestito l’infrastruttura informatica allo scopo di gestire il Black Market, che si rivolgeva a utenti di tutta Europa e del mondo (USA, Canada, Australia), e quindi consumare una serie indeterminata di delitti in concorso con i terzi vendor, quali la vendita di armi da guerra, di sostanze stupefacenti per ingenti quantitativi e di valuta contraffatta, la ricettazione consumata mediante l’offerta in vendita di carte di credito contraffatte, documenti di identità contraffatti, di codici e credenziali relativi a carte di credito o home banking carpiti mediante accesso abusivo a sistemi informatici, tutti delitti aggravati dalla transnazionalità della condotta.

Le indagini sono ancora aperte per risalire ai venditori che operavano all’interno del Berlusconi Market.

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