5G in Italia, l'UE approva il mega piano da due miliardi di euro

Ok dalla Commissione Europea per gli aiuti di Stato previsti dal PNRR per la diffusione delle reti 5G e la digitalizzazione in Italia.
Ok dalla Commissione Europea per gli aiuti di Stato previsti dal PNRR per la diffusione delle reti 5G e la digitalizzazione in Italia.

E’ arrivato il via libera dalla Commissione Europea per gli aiuti di Stato previsti dal PNRR per la diffusione delle reti 5G e la digitalizzazione nel nostro Paese. La misura rientra nella strategia che l’Italia ha messo in atto per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del paese. Il regime contribuisce inoltre a conseguire gli obiettivi strategici dell’UE relativi alla transizione digitale.

5G in Italia, ok dall’Europa ai finanziamenti

La Commissione ha valutato il regime in conformità delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, in particolare dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che autorizza gli aiuti di Stato destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche. Il regime sarà interamente finanziato dal dispositivo per la ripresa e la resilienza e resterà in vigore fino al 30 giugno 2026.

Scopo del regime è garantire un’ampia disponibilità di reti ad alte prestazioni in grado di fornire agli utenti finali servizi di accesso a comunicazioni elettroniche affidabili e di alta qualità e di soddisfare le loro esigenze attuali e future.

In tal senso, il piano italiano per la ripresa e la resilienza comprende importanti progetti di investimento nel settore delle comunicazioni elettroniche, tra cui la diffusione di reti fisse e mobili efficienti. Il regime approvato oggi riguarda la diffusione delle reti fisse. L’aiuto previsto nell’ambito del regime assumerà la forma di sovvenzioni dirette a favore dei fornitori di servizi di comunicazione elettronica. La misura finanzierà la realizzazione:

  1. di reti di backhaul efficienti per collegare le stazioni di base mobili che, entro il 2026, ne saranno ancora sprovviste;
  2. delle stazioni di base necessarie alla fornitura di servizi mobili 5G che offrano una velocità minima di scaricamento di 150 Mbps e una velocità minima di caricamento di 30 Mbps nelle zone dell’Italia che, entro il 2026, non saranno servite da reti con velocità di scaricamento superiore a 30 Mbps.

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