A metà del proprio percorso verso la finale, i buspreneurs dello StartupBus Italia hanno avuto una opportunità unica, stimolo ulteriore per le idee proiettate verso la competizione: le porte del Ford Research & Innovation Center di Aachen si sono aperte per ospitare la curiosità, l’intraprendenza e la carica del bus italiano.
Non si tratta di un centro ricerche qualsiasi: Aachen è nel cuore delle fibrillazioni imprenditoriali del centro Europa, veste il ruolo della Silicon Valley continentale e la struttura Ford in particolare è un monitor privilegiato attraverso il quale intravedere il futuro e il modo in cui ci si arriverà. Il logo “Ford Motor Company” campeggia sulla vetrata d’ingresso e dona solennità al contesto: varcata la soglia è chiaro a tutti come un’organizzazione sia grande e strutturata nella misura in cui sa progettare il proprio futuro attraverso la creatività d’approccio, l’esplorazione scientifica e la ricerca del talento.
Innovazione Ford
La visita dei buspreneurs dello StartupBus 2015 inizia nel seminterrato, dove Ford intende far capire il proprio concetto di innovazione applicata alla mobilità. Una Ford Mondeo Hybrid è stata così utilizzata come esempio tangibile di alcune importanti tecnologie implementate dal gruppo nei nuovi modelli per aumentare la sicurezza tanto dei guidatori, quanto dei passanti. Scenografia oscurata, fanali accesi contro il muro e gli stimoli necessari per “stimolare” le attrezzature di bordo: umani che incrociano il percorso dell’auto, nonché cartelli stradali che si palesano sul percorso, possono essere segnali di input che un’auto intelligente ha il dovere di decodificare per coadiuvare l’uomo e migliorare la sua esperienza di guida.
Il team di @StartupBusITA durante il test LED con la nuova Ford Mondeo Hybrid #ThinkInProgress pic.twitter.com/MHnKNM3znl
— Ford Italia (@forditalia) August 31, 2015
Innovazione non fine a sé stessa, insomma, ma improntata direttamente ad un utilizzo di grande utilità: Pre-Collision Assist with Pedestrian Detection, applicata in prima uscita proprio alle Mondeo di nuova generazione, riconosce i pedoni sulla strada e previene la frenata per ovviare a tempi eccessivamente lunghi di reazione che possono portare a urti, sinistri o comunque situazioni di estremo pericolo.
Ma non è tutto: tramite il Performance Shift Light Indicator è possibile sfruttare i led anteriori per una illuminazione intelligente della carreggiata e tramite Spot Lightning proiettare un fascio di luce concentrato su eventuali sagome identificate sulla traiettoria dell’auto. Il fascio mette in evidenza l’ostacolo, avvisa dell’arrivo dell’auto e al tempo stesso consente un colpo d’occhio semplificato sull’incorrere di pericoli innanzi all’auto in marcia.
La seconda fase della visita presso il centro di Aachen ha invece anzitutto a che fare con la limitazione dell’impatto ambientale dei prodotti dell’Ovale Blu. Nei laboratori di Aachen, infatti, i buspreneurs hanno avuto la possibilità di visitare i laboratori nei quali i motori vengono assemblati e monitorati (attraverso strumenti standardizzati che hanno consentito lo sviluppo di normative internazionali che volgono verso una progressiva omologazione). Trattasi di sale nelle quali ogni singolo parametro ambientale (temperatura e umidità, polveri nell’aria ed altro ancora) è tenuto costantemente sotto controllo affinché gli esperimenti ivi effettuati possano restituire misurazioni apprezzabili, standardizzate e confrontabili. Nel centro di Aachen le auto analizzate debbono rispondere a test che simulano un ciclo tradizionale di percorrenza per valutare il tasso di emissioni nelle varie condizioni d’uso dell’automobile.
La terza tappa è all’interno di un laboratorio chimico deputato a vagliare la componentistica utilizzata sui modelli da immettere sul mercato. Un responsabile in camice bianco ha illustrato i principali strumenti utilizzati e le diverse procedure adottate in base al tipo di carburante utilizzato. Un piccolo esperimento di grande semplicità ha infine dimostrato come un filtro possa fermare o meno il flusso degli odori verso l’interno di un abitacolo in base alle condizioni di accumulo delle polveri nelle proprie maglie.
La quarta e ultima tappa nel percorso interno organizzato nel centro ricerche di Aachen è all’interno di un laboratorio utilizzato per testare e analizzare i materiali utilizzati. Impossibile infatti effettuare le scelte di assemblaggio basandosi semplicemente su pareri e valutazioni soggettive: per rendere misurabile la percezione delle persone, occorrono infatti test sul campo attingendo a campioni standard, procedure standard e percorsi di scelta predeterminati. Un piccolo strato metallico (nell’ordine di pochi micron) su un corpo di plastica cambia infatti radicalmente la percezione del materiale sfiorato e ciò può ribaltare l’esperienza e l’opinione di grandi fette di mercato. Un robot denominato Ruth, invece, sostituisce il tatto umano per cogliere alcuni parametri tattili dei tessuti disponibili, così da utilizzare gli stessi nelle giuste condizioni e meglio far proprio il favore del mercato.
Non solo auto: Ford e mobilità
Ma il vero slancio innovativo respirato nei laboratori di Aachen va oltre il semplice sviluppo delle auto. La proiezione ultima e vera, infatti, è quella che intende anticipare la direzione in cui il concetto stesso di veicolo andrà a cambiare, esplorando i modi in cui l’ineludibile prenderà corpo. Ford investe da anni in questo ambito ed i modelli odierni già portano in sé parte della tecnologia nata da questi sforzi. Esempi quali la Lane Departure Warning, che monitora i margini della carreggiata per avvisare il guidatore nel caso in cui l’auto si avvii verso traiettorie pericolose, rappresentano una sorta di anticipazione di quel che l’innovazione potrà fare per rivoluzionare il settore.
Monika Wagener, Manager Public Affairs & Communications, ha messo in evidenza le direttrici dell’impegno dell’Ovale Blu: la mobilità sostenibile, la mobilità intelligente, nonché la deriva verso l’elettrico e la guida autonoma, sono tasselli che stanno per ridisegnare completamente il futuro degli spostamenti di merci e persone. I motivi sono noti: entro il 2050 il numero delle metropoli si moltiplicherà ed il 90% della popolazione mondiale potrebbe vivere sul 10% della superficie disponibile. Una simile dinamica scatenerà riflessi non completamente prevedibili sulla mobilità urbana, per la quale gli attuali approcci basati sullo sharing risulteranno troppo timidi per calmierare le problematiche emergenti.
Per arrivare ai modelli che saranno, il percorso ineluttabile comprende una radicale implementazione di sistemi di connettività ed interscambio informativo tra le auto sulle strade. La comunicazione vehicle-to-vehicle è stata posta da Monika Wagener al centro di tutta una serie di potenzialità ancora tutte da esprimere: reti mesh tra i veicoli per comunicazioni a distanza; l’utilizzo dei veicoli come sensori a favore dell’esperienza di guida altrui; l’utilizzo dei segnali di frenata sui veicoli che precedono l’auto per avviare meccanismi di frenata anticipata limando i tempi di reazione dell’uomo.
La motricità elettrica è l’anello di congiunzione tra le varie direttrici indicate, canale che andrà a catalizzare l’evoluzione del settore omologando processi e strumentazioni. Ford ha intrapreso la via dell’elettrico ormai da tempo (e nei parcheggi esterni del centro di Aachen sono ben visibili alcuni prototipi in carica presso le apposite colonnine), tessendo una trama di collaborazioni tale da accelerare lo sviluppo di nuove soluzioni per velocizzare i processi di ricerca necessari. La soluzione Fiesta Ewheeldrive è una delle soluzioni in via di sviluppo: gli accumulatori vengono posizionati all’interno delle ruote, riducendo lo spazio necessario occupato all’interno dell’abitacolo consentendo un dislocamento più libero del volume, una riduzione delle dimensioni complessive dell’auto ed una più agile progettazione delle soluzioni di alimentazione.
Mobilità intelligente, tra evoluzione e rivoluzione
Ford ha già avviato diversi esperimenti di mobilità alternativa in tutto il mondo. Si va dai bus on-demand alle biciclette connesse, passando per parcheggi con sensori e city car sharing. Ognuna di queste sperimentazioni nasce a fini esplorativi, per capire sul campo quali problemi comporta, quali soluzioni richiede e quali modelli di business impone. Ford ha spiegato da tempo di voler diventare una grande startup, abbracciando un approccio intraprendente nell’esplorazione del futuro e focalizzando l’innovazione non solo come opportunità, ma come vero e proprio tassello del proprio modo di pensare l’impresa.
La mobilità intelligente sarà la mobilità delle auto a guida autonoma, delle auto in grado di interagire in modo proattivo, dell’Internet of Things applicato alla rete stradale, alle smart city nelle quali la mobilità integrata rappresenta la reinterpretazione logica dell’odierno disordine evolutivo della viabilità. Ford ha posto insomma la propria lente non solo sul veicolo, ma sull’esperienza del proprio cliente. Ciò implica un cambio epocale nel modo di intendere la mobilità e trasforma un centro di ricerca e innovazione come quello di Aachen in uno strumento del tutto essenziale ai fini del raggiungimento di obiettivi tanto ambiziosi.
In ballo c’è un ruolo da protagonista nella riprogettazione delle città, delle reti di viabilità, degli hub di interscambio e del rapporto tra l’uomo e l’automobile. Per i buspreneurs dello StartupBus 2015 è questo un bagno di realtà: la parola “innovare” deve recuperare la nobiltà dell’ambizione, deve incarnare una tensione evolutiva e deve ambire a rivoluzionare: la portata degli interrogativi che stanno per piovere sugli anni a venire richiede soluzioni forti e la semplice ricombinazione di elementi noti non può più essere sufficiente. C’è un mondo da reinventare e la ricerca è la via maestra.