Barcellona vuol fermare Airbnb

Le istituzioni della Catalonia hanno messo all'indice Airbnb: viola le leggi locali e dovrà pertanto mettersi in regola o interrompere le attività in loco.
Le istituzioni della Catalonia hanno messo all'indice Airbnb: viola le leggi locali e dovrà pertanto mettersi in regola o interrompere le attività in loco.

Chi volesse passare qualche giorno a Barcellona, potrà trovare una soluzione qualunque per passare la notte, tranne Airbnb. Il sito è stato infatti messo al centro del mirino delle autorità catalane, le quali hanno ravvisato un profilo illegale per l’attività del gruppo. Il caso ha ovviamente portata internazionale perché, sebbene sia strettamente correlato alle normative locali, pone in evidenza la natura border line di servizi che, sfruttando le dinamiche del Web, portano sul mercato concezioni nuove di business, nuovi tipi di rapporti con l’utenza e nuove forme di contratto per autorizzare scambi e trattative.

L’accusa sarebbe stata notificata al gruppo da parte del governo regionale della Catalonia, imponendo anzitutto 30 mila euro di sanzione e promettendo inoltre un prolungato ostracismo finalizzato all’estromissione di Airbnb dal mercato. Tra le iniziative che si intendono intraprendere v’è una collaborazione con i provider locali per far sì che il sito non possa più essere raggiunto in loco; inoltre le inserzioni locali sul sito saranno messe automaticamente fuorilegge, rendendo così più complessa l’interazione tra il servizio e i partner locali.

Sulla base di quanto trapelato, l’accusa sarebbe improntata sulla necessaria iscrizione al Registro del Turismo della Catalonia per chiunque intenda mettere a disposizione dei turismi i propri locali. L’assenza di tale registrazione (peraltro curata direttamente dal Ministero del Turismo) pone Airbnb fuorilegge, mettendo a rischio l’attività dei 4000 utenti che oggi collaborano con il servizio.

I turisti che vorranno andare sulla Rambla o sotto la Sagrada Familia dovranno pertanto scegliere una soluzione differente dall’affitto di camere sul noto servizio online. Così come per Uber, anche in questo caso la forzatura proveniente dal Web non è ben assimilata dalle strutture e dai regolamenti esistenti, creando così una frizione destinata presto o tardi a deflagrare. Nel caso di Airbnb trattasi di uno dei tanti casi simili, probabilmente quello più eclatante. Il gruppo starebbe valutando una possibile azione legale per svincolarsi dalle accuse delle istituzioni catalane: una sconfitta potrebbe significare molto più delle poche migliaia di euro inflitte con la sanzione notificata in queste ore.

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