Animali, beni di lusso: nuova bufala su Facebook

"Il governo Monti sta emanando nuove leggi da approvare, una tra le quali la legge sugli animali domestici". Ma è la solita bufala.
"Il governo Monti sta emanando nuove leggi da approvare, una tra le quali la legge sugli animali domestici". Ma è la solita bufala.

Per non farsi mancare nulla, anche il nuovo Governo è già stato tirato dentro uno dei soliti passaparola farlocchi che come sempre trovano terreno fertile su Facebook. Sarà capitato pressoché a tutti, in queste ore, di incappare infatti in un messaggio di questo tipo:

MANCAVA SOLO QUESTA: Il governo Monti sta emanando nuove leggi da approvare, una tra le quali la legge sugli animali domestici. Ogni famiglia dovrà pagare una tassa su ogni animale domestico in quanto il signor Monti li definisce BENI DI LUSSO, non beni affettivi. La ringraziamo, professor Monti, perche in questo modo, lei sarà complice dell’aumento degli abbandoni, delle uccisioni, e della sofferenza di tante povere bestie, che o saranno abbandonati da chi non puo permettersi ulteriori spese, o che non verranno mai e poi mai adottati da un canile. COPIA E INCOLLA (FATE GIRARE FERMIAMO STO SCEMPIO)

Punto primo, da dare per assodato: trattasi di una bufala. L’ennesima bufala. Punto secondo, che dovrebbe essere dato per assodato ma che evidentemente ancora merita ulteriore informazione: effettuare indiscriminate condivisioni su Facebook significa nella maggior parte dei casi perpetrare il passaparola di informazioni non verificate, non affidabili e non veritiere. La bufala si annida in un sentimento istintivo, in un copia/incolla dissennato che, bypassando la logica, va a perpetrare la catena di Sant’Antonio post dopo post, bacheca dopo bacheca.

L’ennesima bufala nasce probabilmente dall’inclusione degli animali domestici all’interno del Redditometro, ma ciò non in quanto tali, ma bensì in funzione delle spese veterinarie previste per la cura dell’animale. Una lettura distorta della realtà, un messaggio lanciato sul social network con i soliti caratteri maiuscoli a creare uno sfondo allarmistico, l’assenza di link comprovanti l’eventuale veridicità della notizia: nasce così l’ennesima bufala, l’ennesimo rumore di fondo, l’ennesimo – vuoto – passaparola.

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