Antitrust EU indaga Amazon sui contratti ebook

Il commissario Vestager apre una indagine formale su alcune pratiche commerciali con gli ebook: la risposta di Amazon.
Il commissario Vestager apre una indagine formale su alcune pratiche commerciali con gli ebook: la risposta di Amazon.

La Commissione Europea ha aperto una indagine su Amazon per pratiche commerciali anticoncorrenziali a proposito degli ebook. Non è la prima volta che Bruxelles si occupa del settore, ora però sotto la lente di ingrandimento di Margrete Vestager ci sono alcune clausole dei contratti che fanno pensare a concorrenza sleale o abuso di posizione dominante.

La Commissione Europea ha spiegato nel suo comunicato di essere interessata a verificare se alcune clausole del contratto di Amazon con gli editori siano o meno rispettosi delle regole antitrust del vecchio continente. Nel mirino c’è un aspetto particolare, in effetti poco noto fino ad oggi anche se piuttosto diffuso nella contrattualistica di questi colossi del web (soprattutto nei portali turistici): chi sottoscrive un contratto di pubblicazione con Amazon è tenuto a far sapere all’azienda di Seattle eventuali offerte migliori della concorrenza e a fornire ad Amazon termini inferiori o uguali a quelli della concorrenza.

Ciò che il commissario vuole stabilire è se tali clausole possano rendere più difficile per le altre piattaforme di ebook la competizione con Amazon attraverso lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi, finendo per limitare l’offerta ai consumatori:

Amazon ha sviluppato un business di successo sugli ebook che offre ai consumatori un servizio completo. La nostra indagine non lo mette in discussione, tuttavia è mio dovere fare in modo che gli accordi di Amazon con gli editori non risultino dannosi per i consumatori. La nostra indagine mostrerà se tali preoccupazioni sono giustificate.

I tempi e gli argomenti

L’indagine europea non ha metodi e tempi prestabiliti, la durata di un’indagine antitrust dipende – come si è ampiamente visto in passato – da una serie di fattori, tra cui la complessità del caso, la misura in cui l’impresa interessata collabora con la Commissione e l’esercizio dei diritti della difesa. Per ora sarà condotta solo nei mercati più floridi, quelli inglese e tedesco, campionature perfette per comprendere il funzionamento del sistema che ha in pratica ideato – probabilmente infilandosi nell’ennesimo vuoto legislativo – due diritti che in realtà somigliano più a dei gentleman agreements: il diritto di una piattaforma di ebook di essere informata di condizioni più favorevoli o alternative offerte dai suoi concorrenti, e il diritto a godere di termini e condizioni almeno altrettanto favorevoli quanto quelli offerti dai suoi concorrenti.

La risposta di Amazon

Sintetica, quasi laconica la risposta di Amazon, appena giunta dal quartier generale in Lussemburgo a firma Conor Sweeney, senior della Corporate Communications:

Amazon è fiduciosa che i nostri accordi con gli editori siano legali e nel migliore interesse dei lettori. Non vediamo l’ora di dimostrarlo alla Commissione cooperando completamente durante questo processo.

In poche righe si nota tutta l’ottica di Amazon, customer-centric, evidenziata anche da Alessandro Baricco al festival del Giornalismo. L’indagine è rivolta in sostanza a possibili pratiche troppo dominanti sul mercato, ma Amazon risponde focalizzandosi sui lettori, cioè sulla parte finale della filiera. Tutto dipenderà dalla discussione nei prossimi mesi (o anni), ma è l’ennesima occasione in cui la mentalità fortemente disruptive delle multinazionali americane si scontra con quella più sulla difensiva delle policy europee.

La battaglia degli ebook

Non è certo la prima volta che gli ebook sono al centro di indagini europee. Memorabile l’inchiesta che vide coinvolti Apple e cinque editori internazionali, nel 2011, che sfociò in sanzioni milionarie. L’ebook è anche protagonista di una campagna nazionale e internazionale per l’equiparazione al libro cartaceo, effetto incrociato con la nuova iva europea veicolata secondo la destinazione del bene invece della provenienza, mentre in Italia l’iva al 4% è potenzialmente sotto infrazione proprio rispetto a Bruxelles. L’indagine colpisce il più grande marketplace di ebook al mondo, comparto che solo in Italia nel 2014 ha registrato una crescita del 13% per un valore di oltre 40 milioni di euro.

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