Ballmer: Microhoo avrebbe ancora senso

Steve Ballmer parla e manda in subbuglio gli investitori: un accordo tra Microsoft e Yahoo avrebbe, economicamente parlando, ancora un senso. Le parti smentiscono con forza, ma intanto le azioni Yahoo mettono in cassa il 10.5% in un giorno soltanto
Ballmer: Microhoo avrebbe ancora senso
Steve Ballmer parla e manda in subbuglio gli investitori: un accordo tra Microsoft e Yahoo avrebbe, economicamente parlando, ancora un senso. Le parti smentiscono con forza, ma intanto le azioni Yahoo mettono in cassa il 10.5% in un giorno soltanto

Steve Ballmer parla ed è come un terremoto per la borsa. Steve Ballmer parla e raramente va sul banale. Steve Ballmer parla e tutte le seppellite ipotesi in area Microhoo improvvisamente tornano a farsi concrete. Tutto parte, passa e termina in Steve Ballmer: le sue parole hanno scosso gli investitori e nemmeno un coro di smentite è stato sufficiente a calmare le acque. La sua teoria è semplice: Microsoft potrebbe ancora acquistare Yahoo. La cosa ha un senso. E se anche l’ipotesi non è più in auge, ecco che Ballmer la riporta sulle prime pagine con un intervento pubblico di pochi secondi.

Steve Ballmer non fa altro che dar corpo ad una ipotesi che da più parti era stata ribadita come logica conseguenza per il decaduto valore delle azioni Yahoo. Se Microsoft in febbraio offriva 31 dollari per azione, e se pochi mesi più tardi ne offriva addirittura 33 per rilanciare, perchè non dovrebbe pensarci ora che il capitale azionario è crollato a meno di 12 dollari? Gli interrogativi rivolti verso Redmond, però, hanno anche un risvolto a Sunnyvale: se Yahoo non ha venduto quando poteva incassare molto, perchè dovrebbe cedere ora che la capitalizzazione è piombata a livelli non più toccati ormai da anni?

Per rilanciare le azioni Yahoo di un +10.5% è bastato che Ballmer dicesse una semplice formula magica: «[un accordo] avrebbe economicamente senso sia per i nostri azionisti che per i loro». Le smentite, provenienti sia da Redmond che da Sunnyvale, hanno semplicemente congelato la situazione, ma la pietra nello stagno era ormai lanciata. Secondo alcuni analisti le parole non sono certo state casuali e, sebbene la strategia sottesa non sia espressamente chiara, probabilmente Ballmer ha semplicemente mosso la propria prima pedina per tornare a mettere pressione sul Board of Director più discusso degli ultimi mesi.

MSFT (rosso) e YHOO (blu) da febbraio ad oggi

Le azioni Microsoft e Yahoo da Febbraio ad oggi

Dopo l’entrata di Icahn e l’estremo rifiuto a Microsoft, in casa Yahoo poco si è mosso. In ballo c’è un accordo con Google che l’antitrust si ostina a non validare, in discussione c’è un accordo con AOL che gli alti e bassi della finanza hanno in qualche modo ostacolato, ma in questa instabilità generale l’unica verità sembra essere quella da tempo sostenuta dal CFO Microsoft Chris Liddell: Yahoo è un asset in costante depauperamento. Non solo: il momento non sembra essere il migliore per acquistare un’azienda impegnata nell’advertising in quanto l’aria di recessione che soffia negli States è elemento che suggerisce molta cautela.

«La nostra posizione non è cambiata. Microsoft non ha interesse nell’acquisire Yahoo. Tra le parti non ci sono discussioni in corso»: così un portavoce Microsoft, al quale però le parole vengono interpretate come espressioni di circostanza. Le altre parole, quelle di Ballmer, hanno invece avuto un riscontro ben diverso. E pensare che solo nei giorni scorsi Ballmer si era autodefinito “fortunato” per quanto successo con Yahoo: dopo l’offerta di Febbraio è iniziata la crisi finanziaria esplosa con i fatti delle ultime settimane e con la caduta a picco dei listini.

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