Banda Ultralarga, il CIPE stanzia ulteriori fondi

Il CIPE ha stanziato ulteriori 1,3 miliardi di euro da dedicare al piano nazionale per la banda larga; a passo spedito i bandi Infratel.
Il CIPE ha stanziato ulteriori 1,3 miliardi di euro da dedicare al piano nazionale per la banda larga; a passo spedito i bandi Infratel.

Sembra che il Governo Italiano faccia davvero sul serio in tema di banda ultralarga. Il CIPE, infatti, su proposta di Claudio De Vincenti, presidente del Cobul (Comitato per la banda ultralarga) ha sbloccato ulteriori 1,3 miliardi di euro da destinare al piano nazionale per la banda larga. Proprio il Cobul aveva stimato che per stimolare la domanda e concludere la realizzazione delle infrastrutture nelle aree grigie, servissero circa 3,6 miliardi di euro.

Fondi che arriveranno dai risparmi sulla gare per le aree bianche, dai fondi europei ancora disponibili e da questi ulteriori 1.3 miliardi di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione. A settembre sarà redatta una roadmap precisa sugli interventi che saranno posti in essere sfruttando questi fondi messi a disposizione. L’Italia, dunque, sta accelerando per uscire dal medioevo digitale in cui è stata sino a non poco tempo fa. In arrivo in futuro, tra le altre cose, anche vaucher per sostenere la domanda di banda ultralarga, dedicati soprattutto alle famiglie italiane.

Bandi Infratel

Nel mentre che il Governo stanzia i fondi per il piano nazionale per la banda larga, Enel Open Fiber si è aggiudicata anche l’ultimo bando Infratel per realizzare le infrastrutture a banda larga nelle are bianche del paese, quelle, cioè dove nessun operatore intenderebbe investire. L’ultima gara ha visto l’assegnazione di 6 lotti per un totale di 1,25 miliardi di euro di fondi da utilizzare per realizzare le reti nelle aree bianche delle regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Prov. Autonoma di Trento, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata e Sicilia.

A marzo Enel Open Fiber si era aggiudicato un altro bando Infratel per le aree bianche delle regioni Abruzzo e Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. I bandi prevedono che Enel Open Fiber realizzi nelle aree bianche infrastrutture che consentano connettività sino a 100 Mbps e comunque non sotto i 30 Mbps.

Caso Telecom Italia

Dopo il cambio ai vertici di TIM, con l’addio di Cattaneo e con l’affievolirsi del “conflitto” con Enel Open Fiber sui bandi Infratel, si stanno facendo sempre più forti le indiscrezioni su di un possibile piano che porti allo scorporo della rete di TIM. In realtà, indiscrezioni simili sono spesso emerse nel corso degli anni ma questa volta parrebbe che qualcosa di vero ci possa anche essere visto che i francesi di Vivendi avrebbero fatto una mezza apertura a questa possibilità. Ovviamente trattasi di un processo lungo e complesso, non certamente un’operazione che possa finalizzarsi nel giro di un’estate.

Sulla questione è intervenuto anche Franco Bassanini, presidente di Enel Open Fiber, che vedrebbe bene lo scorporo della rete da parte di TIM. Se questo accedesse, la sua società sarebbe anche pronta ad acquisire la società di rete che si verrebbe a creare a seguito dello scorporo.

Ma ovviamente, anche in questo caso, si tratta di ipotesi perchè per arrivare ad una fusione simile servirebbe l’accordo tra più soggetti, non così facile da trovare.

Quello che è certo, è che la banda larga italiana sta vivendo, finalmente, un momento di forte dinamismo che dovrebbe consentire, entro un paio di anni, di risolvere tutti i problemi di digital divide di cui soffre, ancora oggi, il paese.

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