Borsa, consigli per gli acquisti: GOOG ed AAPL

Una interessante analisi DonHarrold.net accompagna la crescita sul Nasdaq dei titoli di Google ed Apple consigliandone l'acquisto: Google dovrebbe smettere di crescere e nel breve periodo potrebbe stupire. Per il lungo periodo, però, nessuna previsione
Una interessante analisi DonHarrold.net accompagna la crescita sul Nasdaq dei titoli di Google ed Apple consigliandone l'acquisto: Google dovrebbe smettere di crescere e nel breve periodo potrebbe stupire. Per il lungo periodo, però, nessuna previsione

L’apertura di Wall Street ha visto il titolo Google balzare verso l’alto con un aumento di 2.5 punti percentuali durante le attuali contrattazioni. Il risultato è sicuramente figlio di una serie di positive risoluzioni relative a vertenze legali pendenti, ad un rimbalzo tecnico dopo la caduta delle settimane passate, ma non solo. Yahoo! Finance riporta gli entusiastici commenti di DonHarrold.net, secondo cui il momento negativo dovrebbe essere finito e, se GOOG non vorrà saperne di tornare ai vertici toccati ad inizio anno, non dovrebbe comunque perdere ulteriore terreno.

DonHarrold.net in particolare consiglia alcuni acquisti per chi intende portare i propri investimenti sul mercato azionario: Apple (AAPL), Google (GOOG), Broadcom Corporation (BRCM e Tyco International (TYC). Per Apple le buone notizie potrebbero giungere ancora dall’iPod, la cui vendita rimane a ritmi sostenuti; nuovi rumor giungono inoltre ad ipotizzare le prossime produzioni del gruppo.

Per Google il giudizio positivo giunge dal capitombolo del 28% registrato nei primi mesi del 2006, giudicato estremamente limitato rispetto alle condizioni che ne hanno causata la maturazione. Il giudizio è dunque quello di un “outperform” che potrebbe quantomeno donare nuova affidabilità ad un titolo confermatosi negli ultimi mesi come estremamente ballerino e sospeso a provvidi “errori” di comunicazione. Il giudizio si limita però al breve periodo, palesando l’impossibilità di giudicare il gruppo in prospettiva:«troppo può cambiare su Internet di qui a, diciamo, il prossimo trimestre».

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