Brevetti, scatta la protesta

I comitati per il software libero si barricano dietro a pagine di protesta contro la legge in discussione al Parlamento Europeo per l'omologazione delle diverse leggi nazionali sulla difesa del diritto d'autore.
Brevetti, scatta la protesta
I comitati per il software libero si barricano dietro a pagine di protesta contro la legge in discussione al Parlamento Europeo per l'omologazione delle diverse leggi nazionali sulla difesa del diritto d'autore.

Scatta la protesta sui brevetti. Su svariati siti aderenti alla protesta organizzata dai comitati promotori sono comparse fantasiose home page di protesta indicanti un errore: è la nuova forma dello sciopero on-line, e la legge sui brevetti in discussione al parlamento europeo è la causa della mobilitazione.

L’EUCD (European Union Copyright Directive) nasce dalla necessità di omologare le diverse leggi nazionali in merito. La protesta non nasce in merito al diritto d’autore in sé, quanto piuttosto nei confronti delle estensioni che si intendono dare al nuovo equilibrio diritti/doveri gravante sul rapporto tra aziende e consumatori. La ricaduta maggiore piomberebbe, secondo i comitati di protesta, sui conti delle piccole imprese di software, a tutto vantaggio delle grandi multinazionali.

Una delle prime conseguenze legali della legge sarebbe il diritto degli editori di controllare l’uso che viene fatto delle opere: CD riservati all’ascolto personale, e-book a tempo e sistemi per l’eliminazione di file non autorizzati. Il rischio è dunque quello della perdita del controllo dei propri strumenti, con una totale disposizione passiva di chi acquista nei confronti di chi vende.

La protesta, organizzata dalla FFII (Foundation for a Free Information Infrastructure), ha coinvolto decine di siti internet. Si va dalle introduzioni ironiche di Softwarelibero.it (in cui si pone l’accento sul fatto che la cosiddetta barra di avanzamento sia in fase di brevetto e dunque non più utilizzabile se non a pagamento) alle provocazioni di Openskills.info il cui incipit suggerisce “e se i fenici avessero brevettato l’alfabeto?“. La delicatezza dell’argomento in ballo fa ipotizzare tempi lunghi e scontri duri: in gioco c’è la libertà d’uso dei propri strumenti, ed anche le questioni di forma risulteranno decisive.

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