Class action per Yelp, accusa di estorsione

Alcuni responsabili di Yelp avrebbero richiesto del denaro in cambio della rimozione di una recensione negativa dal portale. Si basa su questo teorema la class action da poco depositata contro il celebre sito web per il quale Google mise in campo 500 mln
Class action per Yelp, accusa di estorsione
Alcuni responsabili di Yelp avrebbero richiesto del denaro in cambio della rimozione di una recensione negativa dal portale. Si basa su questo teorema la class action da poco depositata contro il celebre sito web per il quale Google mise in campo 500 mln

Una recensione poco gradita potrebbe costar cara allo spazio online Yelp. Il sistema di raccolta delle recensioni redatte in modalità social dagli utenti è da poco oggetto di una nuova azione legale avviata negli Stati Uniti. Secondo i promotori della class action, alcuni rappresentanti di Yelp avrebbero messo in atto un vero e proprio schema per estorcere denaro a una società che aveva ricevuto alcune recensioni negative sul portale.

Stando alle prime informazioni, la causa è stata depositata presso un tribunale di Los Angeles da due studi legali in rappresentanza di una clinica veterinaria, dichiaratasi parte lesa a causa della presunta frode messa in atto da alcuni impiegati di Yelp. I responsabili della clinica veterinaria avrebbero richiesto la rimozione dal portale di una recensione contenente informazioni ritenute false e diffamatorie. La richiesta sarebbe stata inoltrata direttamente a Yelp, che non avrebbe però provveduto all’eliminazione dei contenuti segnalati dallo studio veterinario.

Sempre stando alla ricostruzione fornita dai promotori della causa legale, in un secondo momento i responsabili della clinica sarebbero stati contattati da alcuni rappresentanti di Yelp, interessati a raggiungere un accordo economico per dirimere la questione. Allo studio veterinario sarebbero stati richiesti 300 dollari al mese in cambio della rimozione della recensione negativa attraverso un contratto ufficialmente di advertising.

Il caso da poco sollevato a Los Angeles segue alcune vicende analoghe verificatesi nel corso del 2009, quando un gruppo di piccoli esercizi commerciali segnalò una gestione sospetta dei contratti per gli annunci pubblicitari, apparentemente stipulati per ottenere la rimozione delle recensioni negative. Accuse fermamente respinte da Yelp all’epoca come nel corso delle ultime ore: «Yelp offre un servizio di valore per milioni di consumatori e società basato sui nostri contenuti fidati. La falsità delle accuse è facilmente dimostrabile poiché numerose società che pubblicano le loro pubblicità su Yelp hanno recensioni sia positive che negative. Condurre bene gli affari è difficile, presentare una causa legale è facile. Non abbiamo ancora visto la causa in questione, ma la contrasteremo con forza».

Nonostante le accuse emerse nel corso degli ultimi mesi e la recente richiesta di avvio di una class action, Yelp sembra godere di buona salute anche grazie all’ampio catalogo delle recensioni raccolte, che superano ormai quota 8,9 milioni. Un servizio di successo finito recentemente nel mirino di Google, almeno secondo le indiscrezioni di stampa circolate verso la fine del 2009. La società di Mountain View avrebbe offerto oltre 500 milioni di dollari per entrare in possesso di Yelp, ma l’affare non andò in porto in seguito alla imprevista rinuncia del CEO della società Jeremy Stoppelman.

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