La Corea del Nord copia OS X di Apple

OS X di Apple viene copiato in Corea del Nord per la distribuzione Linux RedStar: Cupertino, però, non potrà mai sperare di proteggerne il copyright.
OS X di Apple viene copiato in Corea del Nord per la distribuzione Linux RedStar: Cupertino, però, non potrà mai sperare di proteggerne il copyright.

OS X sbarca in Corea del Nord, una delle nazioni più censorie e restrittive sul software estero. No, Cupertino non è riuscita a strappare un condono al Supremo Leader Kim Jong-un, bensì il sistema operativo californiano è stato praticamente clonato nell’estetica. E per Apple le chance di vederne la proprietà intellettuale riconosciuta sono estremamente remote.

La rivelazione proviene da Will Scott, un ricercatore informatico che ha avuto modo di trascorrere un semestre alla facoltà di Scienza e Tecnologia all’Università di Pyongyang. Qui ha potuto mettere le mani sulla terza versione di RedStar, una popolare distribuzione Linux fino a poco tempo fa molto simile nell’aspetto all’ambiente Windows. E non vi sono dubbi: quella distribuzione è un oggi un clone di OS X di Apple.

Realizzata dal Korea Computer Center (KCC), uno dei principali produttori di software locali approvati dal governo centrale, questa versione di Linux ricorre alla tipica interfaccia Aqua di quasi tutte le versioni di OS X: una barra in alto con menu e icone di stato, un dock con le applicazioni più usate, un browser di cartelle identiche al Finder e molto altro ancora. Insomma, a livello di interfaccia grafica RedStar 3.0 è una copia nemmeno troppo velata del compare a stelle e strisce. E se è vero che l’imitazione è la forma più alta di ammirazione, pare proprio che in quel di Pyongyang OS X Mavericks piaccia molto.

Confronto OS X e RedStar

Confronto OS X e RedStar

Le similitudini si fermano però all’aspetto estetico, perché le funzioni sono ben più limitate. Date le rigide imposizioni governative, infatti, all’utente finale è concesso ben poco dall’utilizzo di un computer. La rete Internet è ad esempio fortemente controllata, tanto che si parla di un’atipica Intranet nordcoreana. Sul web di regime si possono trovare documenti governativi, PDF per l’apprendimento, eBook e tanta – tantissima – propaganda. Tutti gli altri servizi – quali i social network, le piattaforme di streaming video e gli altri simboli del Web 2.0 – sono censurati, se non eliminati in toto, e  questo si riflette anche sul sistema operativo con operazioni di base e poco altro. Nonostante le differenze di spirito, graficamente rimane comunque un clone di OS X. Apple dovrà però mettersi l’anima in pace: sarà praticamente impossibile comunicare con le autorità locali – decisamente anti-statunitensi – per vedere garantiti i propri diritti.

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