Da Amazon a Google, con denuncia

Amazon ha denunciato il proprio ex capo del servizio cloud Web Services poiché è ingaggiato da Google violando le clausole del contratto stipulato.
Amazon ha denunciato il proprio ex capo del servizio cloud Web Services poiché è ingaggiato da Google violando le clausole del contratto stipulato.

Amazon ha citato in giudizio il proprio ex capo addetto alle vendite dei servizi cloud. La denuncia è stata depositata dopo che l’uomo, Daniel Powers, è stato assunto in Google, uno dei più grandi rivali del gruppo di Jeff Bezos per quanto riguarda il settore sulla nuvola.

Amazon ritiene che il passaggio di Powers a Google possa rappresentare una seria minaccia per il proprio Web Services: l’ex sales chief del gruppo avrebbe, nello specifico, violato una clausola contrattuale che gli impediva di lavorare presso un competitor per un arco temporale pari a 18 mesi dal momento in cui lasciava il proprio incarico. Essendo stato ingaggiato da Google, non gli spetterebbero dunque più i 325 mila dollari che Amazon doveva versargli come da contratto.

Citando i termini di tali accordi, il colosso delle vendite online starebbe per ottenere un provvedimento da parte della Corte Superiore della King County, la quale pare che farà in modo tale che Daniel Powers non possa impegnarsi «in qualsiasi attività che direttamente o indirettamente supporti qualsiasi aspetto del business cloud computing di Google».

Nel documento depositato in tribunale, Amazon sostiene che il proprio ex leader di Web Services sarebbe in grado di utilizzare le informazioni riservate a cui ha avuto accesso per aiutare Google a competere contro l’azienda di Jeff Bezos, a rubargli i clienti attuali e anche quelli potenziali. La società spiega che Powers era un veterano di IBM che ha imparato a conoscere «da cima a fondo» il segmento business del cloud dopo esser entrato a far parte del team Web Services nel 2010. Nel giugno del 2012, era stato comunque offerto all’uomo un buono uscita di 325 mila dollari in cambio di dimissioni spontanee. L’accordo per tale bonus prevedeva però la clausola di diciotto mesi che Powers avrebbe violato.

Adesso la parola spetterà alla Corte, ma appare chiaro come tale denuncia metta in evidenza la grande concorrenza che sussiste tra Amazon e Google nel settore cloud, uno dei segmenti di mercato dalle maggiori possibilità e, peraltro, in forte crescita. A ogni modo, clausole come quelle proposte da Amazon sono state riconosciute più volte nelle cause legali californiane, dunque è probabile che, se i termini del contratto verranno considerati ragionevoli, il colosso possa ottenere quanto richiesto. Ne tale società né quella di Mountain View hanno però voluto fornire un commento circa tale questione.

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