Diplomazia politica in azione sullo scontro Cina, Google

Qualche giorno fa abbiamo riportato della grande polemica che il governo cinese ha aperto contro Google per la funzione Suggest, ideata per aiutare i navigatori a trovare i risultati migliori per una query ma rea di spingere (involontariamente) anche risultati spam-porno.

Nonostante le rassicurazioni e i passi immediati intrapresi da Google, il caso è arrivato ai massimi livelli politici (secondo quanto riportato da Bloomberg) con precise domande al governo cinese sul rispetto della libertà di espressione.

Gli USA sono preoccupati per le azioni che cercano di restringere l’accesso ad Internet così come per restrizioni sui diritti internazionalmente riconosciuti di libertà di espressione.

L’ambasciata americana a Pechino ha dichiarato in un comunicato:

Abbiamo chiesto ai cinesi di aprire un dialogo su come prendersi cura di queste preoccupazioni.

Sembra che dal 1 luglio il governo cinese cercherà di imporre ai produttori di PC anche l’uso di speciali filtri “Green Dam Youth Escort“, che oltre a bloccare siti pornografici o pericolosi bloccherà anche siti dell’opposizione.

Ian Kelly, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha precisato che rappresentanti del governo degli Stati Uniti, assieme a rappresentanti della camera di commercio USA, si sono incontrati nell’ambasciata di Pechino con funzionari cinesi per discutere sul problema del software americano. La conclusione è che esistono software commerciali che possono agire da filtro per proteggere i minori da “contenuti Internet illeciti o non appropriati”.

Non tutti però sono d’accordo su Green Dam. Secondo un documento datato 12 giugno, del gruppo OpenNet Initiative (che include anche ricercatori dalle Università di Cambridge, Oxford e Toronto), questo software aumenterà il controllo di Internet da parte del governo cinese. Già prima di questo scandalo un gruppo di 19 associazioni di affari del Nord America e del Giappone aveva mandato una lettera al Ministro dell’Industria e dell’Informazione cinese chiedendo una revisione della decisione del governo cinese di adottare questo filtro software.

Una fra le maggiori accuse lanciate a Green Dam è di agire da strumento di lotta politica. Il software infatti impedisce l’accesso a siti Web che parlino dei feroci scontri di Piazza Tienanmen del 1989 e del movimento spirituale Falun Gong.

Google sta cercando comunque di lavorare a fianco del governo cinese per debellare la pornografia e ogni altro materiale pericoloso per i bambini, secondo quanto riportato da Scott Rubin, portavoce della società di Mountain View. Il pomo della discordia dei link pornografici inseriti in Google Suggest sarà di sicuro affrontato ai massimi vertici aziendali con interventi immediati che vadano ben oltre quello che può fare un filtro come Green Dam.

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