Due NGN per Roma, nessuna per l'Italia

Dopo la sperimentazione annunciata da Telecom Italia, a Roma arriva anche la sperimentazione annunciata da Vodafone, Fastweb e Wind. Nella capitale si consumerà quindi la guerra fredda tra gruppi destinati prima o poi a collaborare per la NGN italiana
Due NGN per Roma, nessuna per l'Italia
Dopo la sperimentazione annunciata da Telecom Italia, a Roma arriva anche la sperimentazione annunciata da Vodafone, Fastweb e Wind. Nella capitale si consumerà quindi la guerra fredda tra gruppi destinati prima o poi a collaborare per la NGN italiana

Che sulla New Generation Network si stia combattendo una sorta di guerra fredda è chiaro a tutti ormai. La dichiarazione di guerra è arrivata da “2010 Fibra per l’Italia“, il progetto di Vodafone, Fastweb e Wind per edificare una rete in fibra in grado di portare la banda larga in tutta la nazione. Telecom ha risposto picche, rifiutando ogni collaborazione e alternando timide aperture a evidenti sfide. Ma la controparte non cede, ed è così che anche i tre concorrenti Telecom stanno per avviare un progetto pilota a Roma, ove le sperimentazioni annunciate andranno ad accavallarsi a quelle già avviate dell’incumbent.

L’annuncio indica nella Collina Flaming la zona prescelta per il progetto pilota: 26 km di tracciato, 180 km di fibra, 7400 unità abitative dislocate in 525 edifici, il tutto per una ricchezza da 100Mbps a disposizione per ogni utenza privata e 1 Gbps per le utenze aziendali. «Il piano degli operatori “alternativi” prevede una prima fase in cui verranno investiti 2,5 miliardi di euro per coprire entro i prossimi 5 anni 15 grandi città per un totale di 10 milioni di persone. La seconda fase prevede investimenti di 8,5 miliardi di euro per coprire le città con più di 20 mila abitanti, raggiungendo così il 50% circa della popolazione italiana».

Ma ancora una volta l’iniziativa appare più come un pungolo che non come una sfida vera a Telecom. Il gruppo dei tre, infatti, apre nuovamente a Telecom chiedendo collaborazione e promettendo impegno per un tavolo di lavoro che comprenda anche Governo, industria ed autorità.

Una cosa è chiara: se l’Italia non può permettersi una rete di nuova generazione, a maggior ragione non può permettersene due. Tutti gli attori del mercato sono dunque interessati a raggiungere un accordo dal quale poter quindi partire per sviluppare una rete in grado di soddisfare i bisogni dell’utenza. Quel che ancora manca è un accordo sulle modalità, sugli investimenti, sul potere sulla nuova rete. Sotto questo punto di vista Telecom Italia non intende cedere, ma il pungolo della concorrenza è sempre più serio.

In questo tira e molla Roma si trova con due progetti sperimentali e Milano con uno. Il resto dell’Italia, invece, guarda e aspetta. In certi casi ancora a 56k.

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